Il cugino di Kaur: “Quando è stata buttata nel fiume era già morta”

“Chiediamo ai giornalisti di prestare maggiore attenzione a quello che scrivono perché la nostra famiglia sta soffrendo molto, e leggere certe cose, magari non vere, fa aumentare il dolore”.

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A parlare, a nome di tutta la famiglia di Balwinder Kaur, è il cugino della ragazza indiana uccisa dal marito Kulbir Singh agli inizi di maggio. Harjeet Singh, 20 anni, punta il dito in particolare contro un articolo apparso nei giorni scorsi su un giornale locale nel quale si ipotizzava che la ragazza potesse essere ancora viva quando venne gettata nel Po dal marito per sbarazzarsi del cadavere. “Sappiamo tutti che non è così perché anche i carabinieri lo hanno escluso, ma leggere queste notizie non è piacevole. Non bisogna manipolare le notizie”.

Poi parla ancora della sua famiglia: “Stiamo soffrendo ancora molto, e speriamo di avere al più presto il nulla osta dal magistrato per riavere il suo corpo e porte celebrare le esequie. Per me era come una sorella, e la ricorderò sempre con il sorriso”.