Cereali, l’esito incerto dei raccolti americani fa salire le quotazioni

Le quotazioni del frumento tenero e del mais sono aumentate di oltre il 20% nel solo mese di giugno sui mercati internazionali e nazionali, raggiungendo il massimo livello in un anno. Lo segnala Confagricoltura, evidenziando che lunedì 2 luglio sul mercato a termine di Chicago un bushel di grano (circa 25 kg) per consegna a settembre valeva 7,5 dollari, in confronto ai 6,1 del 15 giugno scorso. Calcolato in euro per tonnellata, l’aumento in quest’ultimo mese è stato di circa 40 euro (da 182 a 221 euro/tonn). Di poco inferiore l’aumento registrato da EuroNext, il mercato a termine di Parigi, dove una tonnellata di grano tenero, per consegna in agosto, oggi vale 229 euro – picco massimo degli ultimi 12 mesi – mentre due settimane fa era quotata 24 euro in meno.

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Questo decollo “verticale” dei prezzi del frumento e del mais si sta realizzando sotto la spinta delle crescenti preoccupazioni per l’esito dei raccolti negli Stati Uniti, colpiti da una prolungata ondata di calore nelle pianure centro-occidentali, in particolare nella “Corn Belt”. Mentre il prezzo del grano tenero resta sostenuto, per il grano duro – che ha perso il 6% solo in quest’ultimo mese e l’8% dallo scorso maggio – il mercato pare non volersi “svegliare”.   Il mercato attuale non riflette il valore commerciale del raccolto 2012, che è di ottima qualità – evidenzia l’associazione degli imprenditori agricoli – paradossalmente, se la tendenza dovesse continuare al ritmo attuale, a settembre il grano duro finirebbe per costare meno del frumento tenero.

“Come sempre, all’inizio della campagna cerealicola, le importazioni da Paesi terzi stanno mantenendo sostanzialmente calmo il mercato italiano – rileva Luigi Sidoli, Direttore di Confagricoltura Piacenza – dove i molini non comprano grano duro e produttori sono poco propensi a vendere, dato che il prezzo attuale di 250 – 260 euro/tonn. copre a malapena i costi di coltivazione.  D’altra parte l’industria di trasformazione sembra essersi già abbondantemente approvvigionata oltre atlantico, acquistando a prezzo concorrenziale dal Canada, che ha ancora in giacenza oltre un milione di tonnellate di frumento duro del raccolto 2011, che attualmente quotano 320 $ (250 euro/tonn)”. 

Confagricoltura commenta negativamente questa modalità di gestione del mercato da parte dell’industria, che inevitabilmente crea tensione nei rapporti con i produttori di frumento duro all’interno della filiera della pasta. “Il problema di fondo – sottolinea Sidoli – resta la volatilità delle quotazioni, è, infatti, stato calcolato che solo il 10% delle transazioni finanziarie si conclude effettivamente con lo spostamento e l’acquisto della merce, stipulare contratti chiari, da questo punto di vista, può effettivamente far rinunciare a spuntare il prezzo più alto in certi periodi, ma consente di avere un ottimo margine di tranquillità in altri e preserva il risultato di un anno di lavoro dalle speculazioni. Per quanto concerne gli aspetti produttivi, invece, la nostra attenzione in questo momento è focalizzata sul mais: con le alte temperature e la scarsità d’acqua le semine vanno sotto stress e rischiamo di veder compromessi i raccolti”.