Progetto Life, a Piacenza in arrivo due milioni di euro dall’Unione europea

Trasformare un’ex discarica in un’area verde da restituire alla città, ai suoi bambini, agli sportivi e a chiunque voglia passare del tempo all’aria aperta. Sembra fantascienza eppure è possibile. Ed è tanto possibile che l’Unione europea ha deciso di concedere due milioni di euro a una delle pochissime aziende al mondo in grado rendere realtà questo sogno. E’ la Mcm Ecosistemi di Paolo Manfredi, azienda podenzanese che qualche anno fa ha brevettato una speciale tecnologia grazie alla quale è possibile recuperare terreni considerati irrecuperabili. E tale era, per l’appunto, l’ex discarica di Camposanto Vecchio, a Borgotrebbia: oltre venti ettari praticamente in riva al fiume.

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Questa mattina è stato presentato il progetto di recupero che non a caso si chiama Life, vita in inglese, e sempre non a caso è stato presentato nella sede del del Parco fluviale del Trebbia. Un progetto dal oltre quattro milioni di euro al quale partecipano anche l’Università Cattolica di Piacenza (con quasi 245mila euro), la Provincia (con 45mila euro) e il Comune (con 26mila euro); oltre ovviamente alla Mcm Ecosistemi che partecipa con quasi due milioni di euro.

Cos’è il progetto Life plus 2010

Appartiene al gruppo di  progetti di dimostrazione o innovativi (LIFE+ Politica e governance ambientali) attinenti a una delle “aree di azione prioritarie” dell’Unione europea nel campo ambientale.

Le proposte LIFE+ Politica e governance ambientali si prefiggono i seguenti obiettivi specifici:

(a) contribuire allo sviluppo e alla dimostrazione di approcci, tecnologie, metodi e strumenti innovativi;

(b) contribuire a consolidare la base di conoscenze per la formulazione, la verifica, il monitoraggio e la valutazione della politica e della legislazione in materia ambientale;

(c) fornire un sostegno alla messa a punto e all’attuazione di approcci e strumenti per il monitoraggio e la valutazione dello stato dell’ambiente e dei fattori, delle pressioni e delle risposte che esercitano un impatto su di esso;

(d) agevolare l’attuazione della politica comunitaria in materia di ambiente, soprattutto a livello locale e regionale.

Il progetto si occupa della tutela del suolo dal degrado e dalla desertificazione che risulta essere uno degli aspetti prioritari dell’Unione Europea: la problematica della perdita di fertilità dei suoli e del progressivo inaridimento dei terreni assume sempre di più un’inquietante portata.

Avrà durata di 5 anni, interesserà un’area di circa 20 ha in Loc. Camposanto Vecchio appartenente al parco del Basso Tebbia, utilizzata negli anni 70/80 come discarica di rifiuti solidi urbani e successivamente  ricoperta con materiale terroso che tutt’ora presenta caratteristiche di degrado ed impoverimento.

Il Comune di Piacenza partecipa con attività di comunicazione, divulgazione (aggiornamenti  agli organi di informazione, sviluppo di forme di coinvolgimento e comunicazione locali, produzione di opuscoli informativi,  informazioni sul sito web), con  l’organizzazione di iniziative educative con le scuole attraverso il proprio CEAS (Centro di Educazione alla Sostenibilità)  e con supporto amministrativo.

L’intervento che verrà realizzato consiste nell’attuazione di una tecnologia innovativa di ricostituzione dei terreni degradati o sterili per restituire l’area ad una condizione ambientale e naturalistica idonea. Tale obbiettivo verrà realizzato mediante diverse fasi quali:

–       Studio dei suoli presenti nel sito;

–       Analisi e studi sulla vegetazione presente nell’area;

–       Studio di tutte le matrici interessate alla produzione delle terre ricostituite;

–       Realizzazione delle terre ricostituite da ricollocare nel sito;

–       Sperimentazione su parcelle di terreno per studi di chimica e fisica del suolo;

–       Sistemazione dell’area;

–       Piantumazione di numerose specie vegetali autoctone arbustive ed arboree con il coinvolgimento di studenti e cittadinanza.

Alcune fasi sono già state portate a compimento quali ad esempio quelle relative alla natura dei terreni nel sito, alle misure topografiche, alle attività di studio di laboratorio sui terreni ed, in parte, alla classificazione delle matrici interessate alla produzione delle terre ricostituite (fanghi provenienti da dighe, fanghi di potabilizzazione ecc.).

Tecnologia e innovazione

La tecnologia, brevettata nel 2006 da Ecosistemi, è interamente piacentina, nata in via Borghetto e sviluppata su terreni agricoli degradati a Gossolengo. Grazie alle sue potenzialità e ai concetti innovativi ha ottenuto un finanziamento nel 2009 da parte della regione Emilia Romagna per sviluppo e ricerca della tecnologia. Successivamente, grazie soprattutto agli stimoli avuti  dall’Amministrazione Comunale di Piacenza è stato presentato il progetto all’Unione Europea che, grazie alle tematiche sviluppate, ha concesso il finanziamento al progetto.

La tecnologia consiste in un metodo nuovo di trattamento dei terreni ed è stata sviluppata sulle conoscenze relative alla struttura del suolo, alla chimica e alla microbiologia del terreno: il metodo di trattamento si basa sul principio di lavorazione delle terre degradate agendo mediante una premiscelazione, una successiva disgregazione degli aggregati che costituiscono il suolo, un trattamento di policondensazione mediante l’aggiunta di acidi umici e fulvici (componenti dell’humus) e una finale ricostituzione del terreno. Sei anni di attività sperimentale svolti a Gossolengo (Azienda Agricola F.lli Vercesi) hanno consentito di verificare che le terre ottenute offrono alle colture erbacee ed arboree un substrato fertile e dalle proprietà ambientali elevate.

Questo progetto consente in un’azione dimostrativa volta a consolidare e ad affermare la nostra tecnologia nella lotta ad degrado dei terreni e alla desertificazione. Tale approccio è di fondamentale importanza in quanto ad oggi non esistono tecnologie per contrastare uno dei maggiori problemi che affliggono a livello mondiale l’ecosistema.

La tecnologia proposta è infatti un’azione vincente per la risoluzione di numerose problematiche quali: perdita della fertilità, erosione dei suoli, impermeabilizzazione e compattazione del terreno, riduzione della biodiversità, decremento dell’assorbimento della CO2 da parte del suolo, perdita di terre agricole fertili ecc.

Il finanziamento consentirà lo sviluppo e lo studio della tecnologia offrendo nuovi spunti di fondamentale importanza sia per un suo miglioramento, sia per un approfondimento ancora più rigoroso dal punto di vista scientifico del metodo. Essendo il metodo oggetto del finanziamento innovativo potranno essere sviluppati nuovi filoni di ricerca e di studio sui quali affermare la comunità scientifica piacentina (Ecosistemi come laboratorio di ricerca, Università di Agraria, Azienda Agricola Sperimentale Tadini) a livello internazionale.

 

Potenzialità di sviluppo

La tecnologia possiede forti potenzialità sia a livello operativo nel campo ambientale sia nel settore agricolo, l’affermazione del metodo permetterà lo sviluppo di una nuova visione nell’approccio della lavorazione delle terre volta alla sistemazione di suoli aridi e non più produttivi, al ripristino di aree degradate dal punto di vista ambientale con costi molto inferiori alla media, alla naturalizzazione di aree abbandonate.

Tali aspetti di evidente importanza sono collegati a sviluppi che possono portare alla soluzione di problematiche importanti quali il recupero dei sedimenti delle dighe per la produzione di terreno fertile, alla sistemazione di aree agricole nei paesi emergenti ed in via di sviluppo.

Un’ulteriore potenzialità è quella di sviluppare, nel territorio piacentino, una scuola scientifica dedicata alla ricerca sul suolo e su questa tecnologia da parte di Ecosistemi s.r.l. (riconosciuta dal Ministero dell’Università come Laboratorio di Ricerca, dall’Università di Piacenza – Facoltà di Agraria e dall’Azienda Agricola Sperimentale Tadini.

 

Risvolti occupazionali:

Il progetto, a breve termine (5 anni), avrà degli interessanti aspetti riguardanti il mondo del lavoro: ad oggi, grazie al finanziamento life + abbiamo due giovani laureati assunti in m.c.m. Ecosistemi per cinque anni che stanno sviluppando conoscenze uniche nella tecnologia e che potranno sicuramente essere successivamente inserite a tempo indeterminato grazie all’esperienza acquisita. Potremo mettere a contratto in Ecosistemi due ruspisti che si occuperanno di movimentazione terra. Siamo alla ricerca inoltre di un giovane ricercatore specializzato in pedologia (scienza del suolo) da assumere e inserire come responsabile del laboratorio di ricerca (funzione attualmente ricoperta dal sottoscritto), verrà istituita una borsa di studio per due tesi di laurea presso l’Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale ed una borsa per un dottorato di ricerca sempre nel medesimo Istituto da noi finanziata; grazie a ciò nei prossimi tre anni un laureato potrà condurre degli studi mirati al progetto e sostenere successivamente l’esame da Ricercatore.

In Università Cattolica, grazie al progetto Life +, è stato firmato un contratto con due giovani laureati.

Le attività di cantiere comporteranno una buona fonte di attività per molte piccole aziende che si occupano di trasporto terra i quali, a causa della crisi, si trovano in condizioni particolarmente gravi.

Recupero di una vasta area, contigua al centro abitato, inserita in un contesto di elevata valenza ecologica quale il Parco basso Trebbia, facilmente raggiungibile con mobilità ciclopedonale e già oggi ampiamente fruito da diverse categorie di cittadini a scopi ricreativi,  aumento della biodiversità dell’area e ricostituzione di un habitat ripariale naturale.

Oltre all’obiettivo specifico del recupero dell’area oggetto ci si prefigge di migliorare la gestione e l’utilizzo sostenibile delle risorse natural, contribuire alla strategia di riciclaggio dei rifiut, risparmiare materia prima (terreno) utilizzata nelle attività di ripristino ambientale, bonifiche agricole, bonifiche di suoli contaminati e aumentare il contenuto di carbonio organico nel suolo.