Prosegue la marcia dell’export piacentino che segna un incremento prossimo ai 30 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2011. Il valore delle merci vendute oltre confine nel primo scorcio del 2012 è arrivato a 730 milioni di euro, 167 milioni di euro in più di quelli venduti tra gennaio e marzo del 2011.
L’import invece segna una battuta d’arresto passando dai 762 milioni di euro dei primi tre mesi del 2011 ai 700 milioni di euro del corrispondente periodo 2012.
Questo risultato fa sì che le esportazioni tornino ad essere più elevate delle importazioni, situazione che si verificava fino all’avvio della crisi economica degli ultimi anni.
L’impulso maggiore alle esportazioni continua ad essere fornito dalla vendita all’estero di macchinari ed apparecchi meccanici. Il confronto tra i dati 2011 e quelli 2012 fa segnare un +45,3% (da 171 milioni di euro a 248 milioni di euro). Anche il comparto dei metalli e prodotti in metallo segna una crescita di 14,8 punti percentuali (da 92 milioni di euro a 105 milioni di euro).
Concorrono in misura rilevante a comporre le esportazioni anche i mezzi di trasporto (85 milioni di euro) e i prodotti tessili (quasi 87 milioni di euro).
Un dato positivo che si può rilevare è quello associato ai prodotti alimentari: tra gennaio e marzo sono stati venduti all’estero prodotti per 46 milioni di euro (+21,6% sul primo trimestre 2011).
Sul fronte delle importazioni svettano i mezzi di trasporto (abbiamo acquistato dall’estero mezzi per 105 milioni di euro), cui fanno seguito gli altri prodotti delle industrie manifatturiere (85 milioni di euro) e quindi i metalli di base (79 milioni di euro).
Nel confronto con le province vicine si nota da un lato l’assonanza del segno positivo che accompagna gli incrementi delle esportazioni e dall’altro la diffusa riduzione delle importazioni, fatta eccezione per i risultati di Parma e Pavia.
Analizzando il risultato piacentino a partire dalle aree di destinazione delle merci l’incremento più elevato è quello associato all’Africa (+48,3%), all’America (+36,5%) e quindi all’Europa (+30,5%).