“Radiotaxi” della prostituzione, coinvolta anche Piacenza negli arresti

Diciassette arresti per sfruttamento della prostituzione e 16 persone indagate in stato di libertà.
Questo il risultato dell’operazione condotta stamani dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano nelle province di Milano, Bergamo, Arezzo, Reggio Calabria, Cremona, Roma, Piacenza e Varese. Durante le 16 perquisizioni domiciliari disposte dalla Procura della Repubblica di Milano si è proceduto al sequestro preventivo di un sito internet, di una rivista di annunci erotici, di un’impresa individuale e della sua sede e di alcuni conti correnti bancari a disposizione degli indagati.

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A Milano L’indagine sullo sfruttamento della prostituzione ha portato al sequestro di una rivista, e alla chiusura del relativo sito internet, che pubblicizzava gli annunci delle ragazze. I titolari e i dipendenti della testata, regolarmente registrata, sono stati tutti denunciati per favoreggiamento della prostituzione. I carabinieri del Nucleo investigativo, nel corso dell’ indagine, coordinata dalla Procura di Milano, hanno posto sotto sequestro anche la società e i suoi conti.

Le indagini sono partite alla fine del 2010 e hanno permesso l’individuazione di molti appartamenti in cui si esercitava la prostituzione, e l’arresto di tenutari e sfruttatori. Nel corso dell’inchiesta, però, gli investigatori hanno scoperto una prassi comune, ovvero il ricorso a una rivista che pubblicizzava annunci di squillo. Una pubblicazione con sede nella zona della stazione centrale di Milano con una tiratura nazionale di circa 10 mila copie. Nel corso di intercettazioni, è stato appurato che gli addetti non si limitavano a raccogliere le inserzioni, ma le elaboravano dando consigli alle prostitute, indicando le frasi più accattivanti, la tipologia d’inserzione più efficace, favorendo, secondo l’interpretazione dell’autorità giudiziaria, l’attività di prostituzione. Da qui sono scattate le perquisizioni, le denunce e i sequestri, finalizzati a interrompere l’attività.

L’ultima indagine dei carabinieri di Milano sulla prostituzione, oltre a portare alla luce un’intensa attività di favoreggiamento della prostituzione fatta da una rivista di inserzioni, ha confermato anche una tendenza ormai consolidata nel mondo della prostituzione cinese: il call-center per trovare la prostituta giusta. Come una sorta di ‘radiotaxi’, infatti, le squillo cinesi lavorano in base alla posizione che hanno al momento della chiamata. In sostanza il call-center manda al cliente la più vicina tra le ragazze gestite, o la indirizza su quella con le caratteristiche fisiche interessate. Ovviamente il cliente che telefona crede di parlare con la stessa lucciola che poi incontrerà. Invece dall’altra parte del telefono c’é una cinese che conosce bene l’italiano (le prostitute sanno in genere poche parole) che gestisce una ventina di utenze di cellulare. “Non è un caso – spiega un investigatore – che quando perquisiamo le case delle squillo non troviamo mai il cellulare che abbiamo usato per chiamare e prendere un finto appuntamento, e che se richiamiamo il numero pubblicizzato risponde comunque qualcuno”.