Il turismo salverà il paese. Ormai è un dato di fatto universalmente riconosciuto e basato su numeri che, da soli, fotografano in modo più che eloquente le caratteristiche italiane: abbiamo quasi 7.500 chilometri di coste e conserviamo entro i nostri confini più del 60% di tutto il patrimonio artistico e culturale dell’intero pianeta. Per non parlare della natura, unica, splendida e tra le più varie del mondo: spaziamo dalle vette alpine alle spiagge caraibiche del nostro Mezzogiorno.
Ebbene, a fronte di un patrimonio incomparabile, le cifre del turismo non sono allineate. Un esempio? L’Italia riesce ad attirare lo stesso numero di turisti della Francia pur avendo più coste, più arte, più tutto. Il motivo? Sta tutto nella capacità di “vendere” i nostri tesori, nella capacità di risultare attraenti come territorio. In altre parole, il segreto sta nel mix vincente tra un marketing efficace e la capacità di fare rete, ovvero di unire la forze e al contempo ottimizzare i costi in modo da essere più competitivi in un mercato sempre più globalizzato.
E’ l’unica strada da percorrere e l’ha capito anche il nostro Governo: la gran parte degli investimenti pubblici destinati alla ripresa economica riguarderanno artigianato e soprattutto turismo.
Se questa è la situazione italiana (un Paese meraviglioso senza un adeguato “ritorno” turistico), Piacenza la ricalca appieno trasferendone le caratteristiche e le dinamiche a livello locale: con il capoluogo affacciato sul Po e la provincia che si “arrampica” sull’Appennino sino alla Liguria, il territorio piacentino può vantare alcune delle valli più belle d’Italia che a loro volta “nascondono” (è proprio il caso di dirlo) borghi e scorci di incredibile fascino eppure poco conosciuti a livello nazionale. Ma è una situazione che sta cambiando, e il trend è evidente già da qualche tempo. Un dato su tutti: è in crescita il numero di location di qualità e prestigio destinate a ospitare eventi sul territorio piacentino, la cui “fama” si sta espandendo (per ora semplicemente con il “passaparola”) al di fuori dei confini provinciali inserendo di diritto tale territorio tra le mete potenzialmente più appetibili nell’ambito del cosiddetto turismo d’affari e congressuale.
Un trend il cui enorme potenziale è reso ancora più esplosivo in vista dell’Expo mondiale che nel 2015 trasformerà Milano nella “capitale del mondo” e attirerà visitatori e operatori specializzati da ogni angolo del pianeta che conta e che investe.
Piacenza si trova a venti minuti da Milano: una distanza “ridicola”, soprattutto per chi arriva dall’America, dal Brasile, dalla Cina…
L’Unione Commercianti di Piacenza ha intercettato questo trend e l’ha fatto con un’iniziativa unica sul territorio nazionale: dando vita a Conflocation, la prima associazione italiana che intende racchiudere in un unico organismo tutte le strutture piacentine dedicate agli eventi (locazione e organizzazione) e che rispondano a precisi requisiti di prestigio in modo da offrire un servizio d’eccellenza “vendibile” in un contesto turistico di alto livello pur conservando l’”accessibilità” tipicamente piacentina rispetto ad altre piazze del nord Italia.
“Una scommessa che ha tutte le carte in regola per essere vinta” afferma con orgoglio Giovanni Struzzola, direttore di Confcommercio Piacenza nonché primo presidente della neonata Conflocation e tra i suoi principali sostenitori. E aggiunge: “Con questo progetto stiamo ponendo le basi concrete per trasformare il territorio piacentino in una delle mete più importanti d’Italia, e non solo, nel contesto del turismo d’affari”.
Il progetto in questione si chiama Piacenza Location Bureau e il suo obiettivo è quello di sviluppare il turismo d’affari (e non solo) nella nostra provincia coinvolgendo tutte le location di prestigio, mettendole in rete grazie ad un unico soggetto di riferimento, fornendo al cliente finale un servizio unico e completo; il tutto facendo leva sulle tipicità che differenziano il territorio piacentino e lo rendono unico rispetto ad altri: bellezze naturalistiche ed enogastronomia d’eccellenza, giusto per citarne un paio. Senza contare, ovviamente, il prestigio e la bellezza delle location presenti sul territorio: la vera ragione che ha dato il “la” al progetto.
Il progetto PLB (Piacenza Location Bureau) è stato affidato dall’Unione Commercianti a Jamedia Eventi e Jamedia Comunicazione, società che da anni operano nei settori dell’organizzazione di eventi, marketing e comunicazione; un progetto che ponesse le basi concrete per consentire a Conflocation di entrare in una fase operativa fin da subito.
I responsabili del progetto sono Fabio Russo, professionista nel settore comunicazione e marketing, e Ilaria Rossetti Event Manager di Jamedia Eventi che da anni opera nel settore organizzando eventi per importanti clienti del Nord Italia.
Analisi del turismo milanese, al quale quello piacentino deve necessariamente rapportarsi. Il turismo d’affari e congressuale genera a Milano un giro di affari di 2,6 miliardi di euro, pari a 86 mila posti di lavoro sul territorio. E fare affari a Milano conviene: al 15° posto, non è tra le città più costose per i businessman. Sono un esercito di 3,5 milioni di visitatori all’anno (pari al 70% del numero complessivo di turisti), si fermano in media 2 notti e spendono al giorno quasi 370 euro. E’ questo l’identikit del turismo d’affari a Milano (incluso il turismo congressuale e legato alla fiera). Il fatturato generato è di quasi 2,6 miliardi di euro, una cifra di business in grado di mantenere in media oltre 86 mila lavoratori a Milano, ovvero un posto di lavoro sul territorio ogni 41 turisti. E ai businessman fermarsi a Milano per fare affari conviene.
Se consideriamo la fascia più alta del turismo d’affari, in media una giornata a Milano costa 527 euro, lontano dagli 886 euro di Mosca, dagli 865 euro di Francoforte o dai 850 euro di Hong Kong. Anche Roma più cara di Milano per fare affari, con un costo giornaliero di 530 euro. Tra le 51 città più importanti per fare business al mondo, Milano è al 15° posto per il costo del soggiorno nella fascia business, guadagnando di competitività rispetto al 2009 (era al 10° posto). E il settore del turismo cresce a Milano: in un anno le strutture ricettive attive sul territorio sono cresciute del 5,5%, arrivando a 850 unità (di cui 668 alberghi). In particolare, si sviluppa l’offerta di soluzioni turistiche per soggiorni brevi o economicamente meno impegnativi come bed and breakfast e residence, (+19,6%) e gli alberghi (+4,2%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese e su dati provenienti dall’Economist Intelligence Unit – Economist. L’indice complessivo è calcolato tenendo presente il costo di 6 categorie (una notte in albergo, una cena di lavoro per due, un pranzo per uno, due viaggi di 5 km in taxi, l’acquisto di un quotidiano straniero, un drink in un hotel di lusso).
“Il turismo d’affari e congressuale – ha dichiarato Remo Eder, consigliere della Camera di commercio di Milano per il settore turismo – rappresenta un indotto importante per Milano, con ricadute in settori diffusi e significativi legati all’accoglienza e connessi con la vivibilità della città. La manifestazione BIT rappresenta una opportunità in questo senso per poter valorizzare sempre più questo segmento che ha un impatto particolare nel contesto dei flussi turistici. Un ambito, quello del turismo business e congressuale, su cui continuare a puntare per la valorizzazione di un comparto che è già un punto di riferimento a livello internazionale, anche in vista della costruzione del centro congressi a Milano più grande d’Europa e che rappresenta certamente un fattore di attrattività in vista di Expo.” Il costo del turismo di affari. Con 527 euro giornalieri Milano si posiziona al 15° posto nel 2010 tra le principali città di business nel mondo per quanto riguarda il costo di un viaggio di affari di livello internazionale.
Rispetto al 2009, Milano guadagna in competitività 5 posizioni (era al 10° posto). Roma precede Milano con un costo giornaliero di 530 euro. Milano è preceduta da altre 5 città europee: Helsinki, Dusseldorf, Barcellona, Madrid e soprattutto Francoforte (con un costo giornaliero di 865 euro). Prima Mosca con 885 euro. Al terzo posto Hong Kong (850 euro), al quarto Shangai (741 euro) e al quinto New York (732 euro). Se consideriamo le singole categorie di spesa, a fare bene alle tasche di chi viaggia per affari a Milano è soprattutto il costo per un pranzo per una persona: con 24 euro, è al 48° posto su 51 città. Solo Dubai, Atene e Stoccolma meno care. Ma il capoluogo lombardo conviene anche se consideriamo il costo di un quotidiano internazionale (al 37° posto), del pernottamento in albergo (al 22° posto con 193 euro) di un drink nel bar di un albergo di lusso (al 22° posto). Milano
risulta invece più cara per le cene: per cenare per due persone (due porzioni a testa, compreso il vino) si arriva in media a pagare 172 euro (al 19° posto).
In questo contesto Piacenza, facendo rete, è assolutamente in grado di strutturare un’offerta senza eguali per il turista congressuale e d’affari. “E’ questo il target che a noi interessa maggiormente – spiega Fabio Russo di Jamedia – unito, ovviamente, ad ogni occasione privata riconducibile agli eventi, matrimoni, feste private eccetera”. “Vi sono però alcuni punti deboli – prosegue Russo – ed è il motivo per cui nasce Conflocation e il progetto Piacenza Location Bureau. Qualche esempio: mancanza di un coordinamento e di reti tra location, mancanza di un corporate comunicativo comune, mancanza di un progetto di marketing strutturato appositamente per il comparto location destinato all’accoglienza e alla consulenza”.
Grazie a Conflocation e al progetto PLB queste criticità potranno essere superate in pochissimo tempo facendo di Piacenza una meta d’eccellenza per il turismo congressuale.