E’ in calo dell’8,5% la popolazione carceraria della regione. Un’inversione di tendenza che non si registrava da anni, ma ciò nonostante restano preoccupanti le cifre del sovraffollamento che toccano livelli record proprio a Piacenza, oltre che a Bologna, Ravenna, Modena e all’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia. Parliamo di una media di oltre 167 presenze e fronte ogni 100 posti disponibili.
Nel carcere delle Novate ad oggi sono detenute circa 330 persone a fronte di un limite definito “tollerabile” di 346. Non c’è da dimenticare, tuttavia, che i posti teoricamente previsti per il penitenziario piacentino sarebbero solo 176. “Se pensiamo che tre anni fa avevamo superato i quattrocento detenuti – commenta la direttrice Caterina Zurlo – oggi la situazione è decisamente migliore. E lo è anche perché nel 2010 sono stati sfollati una cinquantina di detenuti su disposizione dell’allora ministro Angelino Alfano come ‘contropartita’ della realizzazione di un padiglione per duecento detenuti. Il fatto positivo che da quello sfollamento non siamo più risaliti”.
Popolazione carceraria in calo dunque, stando alla relazione annuale delle Giunta sulle carceri emiliano-romagnole: rispetto al 2010, il numero dei detenuti passa da 4.373 a 4.000 (-8,5%). Di questi, 3.855 sono uomini, 145 le donne, di cui 78 straniere. 18 sono quelle impegnate in lavori interni al carcere, 61 sono iscritte a corsi scolastici (29 a corsi di alfabetizzazione). In tutto sono 2.065 gli stranieri, che rappresentano il 51,6% del totale, contro una media nazionale del 36,1%; a Modena, Parma, Reggio Emilia, Ravenna e Bologna, la presenza di stranieri supera il 60%.
Circa il 58% dei detenuti è residente in regione o proviene da Lombardia (243), Campania (243), Sicilia (145) e Veneto (137). Per quanto riguarda il livello di istruzione, per 2.198 detenuti non è stato rilevato; dei restanti, 33 (0,81 %) sono analfabeti, 316 (7,9%) hanno la licenza elementare, 1.132 (28,30%) la terza media, 173 (4,32%) hanno un diploma di scuola media superiore, e i laureati sono 35 (0,87%).
Rispetto alla posizione giuridica, fra i detenuti ristretti nelle carceri emiliano-romagnole risultano condannati in via definitiva 2.023 detenuti (50,5%), mentre il 20% della popolazione carceraria è in attesa del giudizio di primo grado e il 41,9% è stata condannata in via non definitiva.
Per quanto riguarda gli episodi di violenza nelle carceri, si registrano aggressioni e autolesionismi e risulta in aumento il fenomeno dei suicidi fra i detenuti (erano 4 nel 2010, sono stati 6 nel 2011), a cui si sommano 76 tentati suicidi; il fenomeno coinvolge (con numeri più ridotti) anche il personale che opera negli Istituti penitenziari, in particolare gli agenti di polizia penitenziaria.
Nella parte di relazione in cui vengono descritti gli interventi di politica sociale della Regione, si conferma il presupposto per cui lo strumento principale d’intervento è costituito dai finanziamenti ai Comuni sedi di carcere, suddivisi in tre macro-aree: “comunicazione-informazione”, “inserimento socio-lavorativo”, “miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti”. Particolare attenzione è stata posta sugli aspetti relazionali e la genitorialità dei detenuti.
Alla salute nelle carceri e all’attuazione del Programma regionale per la salute negli istituti penitenziari è dedicato un altro capitolo; il finanziamento complessivamente destinato alla sanità penitenziaria nell’anno 2011 è pari a 17 milioni di euro.