Rinviati a giudizio i 13 indagati, tutti dirigenti Anas, che hanno avuto in passato competenza diretta o indiretta sul ponte sul Po crollato il 30 aprile 2009. L’ipotesi di reato per tutti è di concorso in crollo e disastro colposo. Lo ha stabilito ieri mattina il pubblico ministero del tribunale di Lodi Giampaolo Melchionna per Claudio De Lorenzo, Eugenio Muccilli, Luigi Pietro Pagliano, Nerio Chioini, Maurizio Maurizi, Carlo Bartoli, Matteo Castiglioni, Salvatore La Rosa, Angelo Adamo, Dario De Cesare, Giacinto Mazzucca, Ennio Paolucci e Angelo Landolfa.
“Insufficienti e inefficaci” gli interventi che hanno riguardato la struttura che collegava Piacenza a San Rocco al Porto, secondo il pubblico ministero Melchionna, che ha anche parlato di “negligenza, imperizia e imprudenza da parte di coloro che dovevano garantire la sicurezza strutturale del ponte”. La colpa del crollo, secondo la Procura lodigiana, è quindi da attribuire alla mancanza di manutenzione.
Alla sua tesi si sono associate le parti civili ammesse al procedimento. Si tratta di Antonio Rinaldi, il piacentino ferito nell’incidente, il Comune di Piacenza (la richiesta di risarcimento è di 300mila euro di spese “vive” e un milione di euro per i danni indiretti e quelli di immagine subiti dall’amministrazione e dall’intera comunità), il Comune San Rocco al Porto e una società che fu costretta a chiudere un negozio nel centro commerciale appena al di là del ponte a causa dell’improvviso calo degli affari.
Gli avvocati difensori hanno chiesto al giudice di predisporre una nuova perizia sulla struttura nel caso decidesse di non accogliere la loro richiesta di proscioglimento. Il 3 luglio il gip si pronuncerà sugli eventuali rinvii a giudizio.