Nel giorno dell’apertura del processo contro alcuni dirigenti dello Spi Cgil, il segretario Paolo Lanna questa mattina ha ribadito che il sindacato si è costituito parte civile, chiedendo una cifra simbolica di 100 mila euro a titolo di risarcimento. “Una decisione condivisa da tutta la Cgil – ha detto Lanna – noi prendiamo le distanze da quanto accaduto con il massimo della trasparenza. A quei dirigenti che hanno approfittato della buona fede degli anziani, spetterà al magistrato decidere dal punto di vista legale. Il giudizio politico della CGIL è chiaro: si tratta di comportamenti gravi contrari alla nostra tradizione.
Abbiamo così deciso di restituire agli anziani il maltolto – ha proseguito il segretario – e poi abbiamo fatto la più completa pulizia all’interno del sindacato. La Cgil ha già voltato pagina, ma seguiremo con molta attenzione gli sviluppi giudiziari perchè abbiamo avuto un danno d’immagine pesante. Devolveremo a scelte di pubblica utilità l’eventuale risarcimento danni”.
L’avvocato Boris Infantino ha ribadito come la CGIL sia stata “gravemente danneggiata”. “Il ritorno d’immagine è stato fortemente negativo. Non abbiamo soltanto isolato le mele marce, ma i denari che venivano sottratti finivano nelle casse di un inconsapevole sindacato, che si è arricchito ingiustamente e inconsapevolmente”.
Erano presenti questa mattina alla Camera del Lavoro 17 parti lese. Una decina avevano ancora spirito di rivalsa, 32 remissioni di querela ufficiali.
“Mi è spiaciuto che sia passato il messaggio che la CGIL avrebbe pagato se fosse stata rimessa la querela. La CGIL restituisce i soldi senza condizioni” ha concluso Lanna volendo sottolineare come chiunque volesse ricevere il risarcimento per le somme indebitamente sottratte può ancora presentarsi nella sede di via IV Maggio per attuare la pratica.