Seconda giornata di esami di maturità per i 1.697 studenti piacentini, che ieri hanno rotto il ghiaccio con la prova di italiano. La prova di oggi sarà differente da istituto a istituto. Al Liceo Classico gli studenti si stanno cimentando nella prova di Greco, nello specifico un brano di Aristotele (il filosofo non veniva proposto dal 1978), mentre i liceali dello Scientifico devono fare i conti con Matematica. Pedagogia per il liceo pedagogico, Figura disegnata per gli studenti del Liceo Artistico.
Abbiamo sondato gli stati d’animo degli studenti che questa mattina erano all’esterno degli istituti piacentini in attesa di entrare. Inutile dire che i pareri si dividono tra chi non tradisce (o fa finta di non tradire!) emozioni ed esibisce tranquillità e chi invece candidamente ammette di puntare a salvare il salvabile. “Alla fine è una verifica come le altre, con la differenza che hai più tempo a disposizione, quindi meglio di così…”, commenta qualcuno. “Prima di parlare bisogna vedere cosa ci troveremo davanti”, obietta qualcun altro. “Finché siamo qui in attesa di entrare va bene, penso che la tensione diventerà insostenibile non appena ci siederemo ai banchi” è l’analisi di uno studente. Fino a qua abbiamo riportato le dichiarazioni dei più ottimisti, per così dire. Ma c’è anche chi, dopo averci fatto promettere di non riportare il suo nome, ammette con trasparente innocenza: “Io punto a fare 8 punti e va bene così!“. E poi via discorrendo verso un baratro di cupa rassegnazione, dal classico “Non ce la farò mai…” al laconico (ed eloquente nella sua semplicità) “No, no, no….”.
Entriamo nei corridoi allestiti per la prova. Alla temperatura esageratamente estiva che già alle 8 del mattino sfiora i 30 gradi si aggiunge un elevato tasso di tensione e terrore che rende l’aria pesante anche per noi, per i quali la maturità è ormai un lontano ricordo. Un ragazzo si sforza di sorridere per poi nascondere il volto dietro una barriera di bottiglie di bevande energetiche. Qualcuno scherza e fa facce buffe alla macchina fotografica così per sdrammatizzare, altri si scambiano le ultime chiacchiere prima dell’isolamento. E poi il classico rituale della consegna dei cellulari e il “sequestro” di zaini, borse e borsine. Sul banco solo calcolatrici, fogli, penne e vocabolari. Dai che tra un po’ è finita…