Aggiornamento ore 11
E’ proprio finita. Sembra incredibile eppure la città di Piacenza non ha più una squadra di calcio. Più di un secolo di storia, dalla serie C ai fasti della A e ora al Tribunale. Questa mattina il curatore Franco Spezia ha incontrato i creditori della società dopodiché, con il faldone dei documenti sottobraccio, ha raggiunto il Palazzo di giustizia in via del Consiglio e nell’ufficio del giudice Maurizio Boselli ha firmato le carte che di fatto decretano la fine del Piacenza Calcio Football Club. Pochi minuti in tutto vissuti dallo stesso Spezia con un coinvolgimento tutt’altro che retorico ma da piacentino che come molti altri soffrendo per la sparizione dei biancorossi dal panorama sportivo italiano.
“Ho appena depositato l’istanza – ha detto al microfono del nostro Marcello Pollastri, andato in onda poco fa in diretta su Radio Sound 95 – e la società ha cessato di esistere”. E ha aggiunto: “Spogliandomi della veste dell’appassionato che tifava Piace fin dai tempi di barriera Genova, l’amarezza è ancora maggiore. Vuol proprio dire che la squadra non interessava a nessuno, e questa indifferenza che si legge anche in queste ore, dopo il disastro, la dice lunga sull’atteggiamento della città”.
E’ scaduto alla mezzanotte di ieri l’ultimo termine per rilevare il Piacenza alle condizioni dettate dai Curatori fallimentari del club. Come avevamo spiegato ieri mattina, l’ultima speranza poteva essere rappresentata da Molinaroli. Il Presidente del Copra ha cercato altri imprenditori per salvare il salvabile, ma la situazione è rimasta analoga a quella degli ultimi giorni: il Piacenza non interessa nemmeno con l’aiuto dei 400 mila Euro messi a disposizione dall’associazione “Salva Piace”. Già nella mattinata la situazione era sembrata chiara, prima con il dubbio sulla penalizzazione di 11 punti con la Federazione che ancora una volta non ha chiarito a chi debba essere assegnata la pena, se al vecchio o nuovo esercizio, poi con le parole decise di Molinaroli che ha spiegato, durante una conferenza stampa del volley, di non essere disponibile a salvare il Piacenza da solo. Nel pomeriggio è spuntata poi l’ipotesi dell’entrata in una cordata anche di Luciano Arici, il titolare della Lpr, ma anche in questo caso tutto è naufragato nel giro di poche ore. Oggi il curatore fallimentare Franco Spezia si recherà in tribunale e la società cesserà di esistere e con essa il titolo sportivo e tutti i contratti in essere, dalle giovanili alla prima squadra. Qualche notizia interessante ieri è emersa anche dalla prima assemblea del “Salva Piace” che ha visto la partecipazione di una sessantina di tifosi e dell’ex sindaco Reggi. L’associazione, anche se mancano ancora 10 mila Euro, ha assicurato che entro venerdì acquisirà marchio e trofei del Piacenza Football Club 1919. Per il futuro da ricostruire ora le ipotesi sono due: fondare una nuova società chiamata Piacenza o fondersi con un club già esistente. Per costruire un nuovo soggetto e ripartire dalla serie D i tempi sono molto stretti e i costi molto alti, visto che solo per l’iscrizione ci vogliono 300 mila Euro e per fare un campionato da vertice la cifra si aggira sul milione, quindi l’ipotesi più probabile è che il Piacenza riparta dal campionato di Eccellenza. Sicuramente una rinascita difficile, ma poi nemmeno tanto lontana dall’ex C1, visto che la Lega sta seriamente pensando di fare, quest’anno o il prossimo, un campionato unico unendo Prima e seconda divisione.