Consiglio, Ferrari (Pd) eletto presidente. Foti accusa Dosi di “falso”

L’elezione a presidente del Consiglio comunale di Claudio Ferrari (Pd); le polemiche del Pdl, garbate nei toni, contro la “gestazione” della giunta Dosi; i nuovi assessori, l’ingresso di molti volti nuovi, tra cui i tre “grillini”, assorti nella fase di osservazione delle dinamiche dell’aula; e le solite dichiarazioni d’intenti, provenienti dai principali partiti, tese a far nascere una stagione di “collaborazione istituzionale” tra le forze politiche. Fin qui, la prima seduta del Consiglio comunale è stata il più classico dei primi giorni di scuola.

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Ad alzare i decibel di una seduta soporifera ci ha pensato Tommaso Foti quando ha tirato in ballo il presunto pasticcio delle nomine in giunta, avvenute tra martedì 5 giugno e venerdì 8. Nomine che, stando agli atti e ai decreti, avrebbero addirittura portato a undici il numero degli assessori e che hanno fatto dire al parlamentare del Pdl che “siamo di fronte a un falso in atto pubblico”. Rivolgendosi direttamente al sindaco Paolo Dosi, Foti ha poi attaccato: “Avete utilizzato le persone come fossero birilli, non si può calpestare la dignità delle persone in quel modo, è stata un’operazione cinica. Avete oltrepassato il limite del ridicolo” ha aggiunto il parlamentare il quale si è augurato che sulla pratica del bilancio “non si giochi”.

L’elezione di Ferrari a presidente

 Dopo la convalida degli eletti (astensione Movimento 5 Stelle), Daniel Negri, capogruppo in pectore del Pd, ha proposto Claudio Ferrari per la carica di presidente del Consiglio. Ferrari, 50 anni, professore di religione, è stato eletto presidente alle terza votazione grazie ai venti voti della maggioranza. Vicepresidente è stato eletto Gianlcua Ceccarelli della lista civica (con la non partecipazione dell’Idv). “Cercherò di interpretare al meglio il ruolo di garanzia che mi è stato affidato” ha detto Ferrari all’atto dell’insediamento.

La presentazione della giunta

 Nel presentare la nuova giunta Dosi ha voluto salutare i vecchi colleghi Giovanni Castagnetti, Luigi Gazzola, Pierangelo Carbone, Anna Maria Fellegara, Ignazio Brambati e l’ex sindaco Roberto Reggi.

“Copertura completa di una macchina amministrativa costretta ad operare i un clima di sempre minori risorse. Siamo tutti consapevoli dell’impegno cui siamo chiamati per costruire un futuro migliore. Per questo mi sento di chiedere il massimo impegno e la massima dedizione, un impegno unitario. Ai consiglieri di maggioranza chiedo fedeltà espressa in modo libero. Ai consiglieri di minoranza un controllo costruttivo. Daremo segnale di maturità se sapremo confrontarci in modo consapevole. Le critiche saranno legittime, ma invito tutti a lavorare con il massimo impegno”. Ha rivolto poi un saluto a Paparo. “Mi auguro che il confronto sia come quello della campagna elettorale”.

Dai banchi della minoranza sono giunte le prime critiche alla maggioranza, accusata di “scarso coraggio”. Pesante nei contenuti l’intervento di Andrea Paparo, che si è detto rammaricato del fatto che sulla presidenza il centrosinistra avrebbe potuto coinvolgere in qualche modo le minoranze contribuendo ad aprire una “piccola fase costituente”: “Ricucire il rapporto politica-cittadini dopo una settimana così è difficile. Vi accusiamo, non del calcolo sbagliato sui tempi di nomina degli assessori, ma di un brutto spettacolo, mortificante, da Prima Repubblica e da Manuale Cencelli. Abbiamo visto un sindaco in difficoltà, isolato. Si parla tanto di fare delle sintesi, ma le sintesi vanno fatte prima. L’impressione è che nella nomina della giunta non ci fosse al centro il “bene comune”. Siete partiti con il piede sbagliato. Bisogna riparitre. Si possono fare scelte impopolari anche con la minoranza. Per instaurare un proficuo rapporto bisogna cambiare. Si poteva aprire una piccola fase costituente vista la fase politica straordinaria di crisi. Di questo mi rammarico. Cinque anni fa con Reggi-Squeri un discorso di questo tipo era stato abbozzato. Stavolta no. Sarebbe stato un segnale di coraggio, invece ho trovato impermeabilità e un atteggiamento conservatore. Comunque sia spero che possa cambiare. Qui in gioco c’è l’interesse collettivo”.

Il consigliere Roberto Colla, che con Lucia Rocchi formerà il gruppo dei Moderati, è tornato sul casus belli della sua rinuncia. “Voglio dirlo chiaramente, nessuno mi ha fatto pressioni per non accettare l’incarico”. Dal canto suo Lucia Rocchi, qualche giorno fa accreditata per diventare presidente dell’aula, ha spiegato il suo passo indietro. “Noi moderati non accetteremo nessuna carica, faremo i consiglieri comunali e basta”.

Doppio incarico

Durante la seduta, ma anche a margine, ha tenuto banco la questione dei doppi incarichi con il consigliere dell’Idv Samuele Raggi (per lui domani sarà l’ultima seduta di Consiglio provinciale) che ha invitato Paparo a dimettersi dal Comune. Una posizione palesata anche da Filiberto Putzu e Marco Tassi. Paparo si è detto di altro avviso: “Sono stato eletto da migliaia di piacentini che vogliono che io prosegua il mio impegno. Non vedo perché dovrei dimettermi, oltretutto lo faccio senza percepire alcun gettone, quindi a costo zero per la collettività”.

Polemica Tassi (Pdl)-Movimento 5 Stelle

Sempre durante la seduta da Tassi è arrivata la proposta di togliere il gettone di presenza ai consiglieri, fatta anche in maniera provocatoria all’indirizzo dei grillini. Toni  Una proposta, quella di Tassi, che ha trovato l’apertura di Andrea Gabbiani (M5S). “Per noi va bene”.

Domani intanto si terrà la prima seduta di giunta (all’ordine del giorno i Venerdì piacentini). Lunedì prossimo primo consiglio sul Bilancio.