Continua la trama da libro giallo che aleggia intorno al Vaticano (o per meglio dire all’interno delle sue mura). Tra i protagonisti della vicenda è sicuramente ascrivibile il piacentino Ettore Gotti Tedeschi, l’ex “banchiere del Papa” che proprio a causa di questa definizione e del ruolo che ricopriva alla presidenza dello Ior sembra non essersi mai sentito al sicuro. In particolare dopo che aveva avviato, come scrive nelle sue memorie “preventive”, quella tanto auspicata trasparenza all’interno della banca vaticana.
I documenti, sequestrati dalla Guardia di Finanza durante la perquisizione nella sua casa piacentina e del suo ufficio milanese, erano stati scritti per essere consegnati a tre persone, con la scrupolosa raccomandazione “se dovesse succedermi qualcosa”.
Ma cosa è contenuto di tanto scottante in quelle carte? Alcune rivelazioni sono state fatte dal Corriere, che in mattinata ha reso noti molti dei timori di Gotti Tedeschi.
La data di inizio della guerra interna all’Istituto per le Opere di religione, spiega il banchiere, “quando ho chiesto di avere notizie sui conti che non erano intestati ai prelati” ma non solo. Anche a politici, faccendieri, costruttori, alti funzionari dello Stato e personaggi ritenuti prestanome dei boss della criminalità, come emerge da un’inchiesta avviata dalla procura di Trapani secondo cui allo Ior potrebbero essere arrivati addirittura parte dei soldi del latitante Matteo Messina Denaro.
Nelle carte del banchiere piacentino sono presenti anche i nomi e i cognomi di coloro che si sarebbero opposti all’attività di “pulizia”. Due persone, soprattutto: il direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani e il direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini, Marco Simeon, ritenuto uomo di fiducia del cardinale Tarcisio Bertone.
Nemici interni che già si erano svelati nei mesi scorsi con l’inchiesta, avviata dalla procura di Roma, che aveva disposto il sequestro di 23 milioni di euro transitati su un conto Ior ipotizzando nei confronti di Gotti Tedeschi e Cipriani l’accusa di riciclaggio. Gotti si sarebbe mostrato disponibile alla collaborazione a differenza di Cipriani, il quale avrebbe ribadito la sua contrarietà a fornire elementi utili a individuare i titolari dei depositi.
Una storia che, almeno dalla piega che sta prendendo, non pare destinata ad avere un breve corso.
Oltre ai conti finiti nelle inchieste di Roma e Trapani, infatti, sono una decina le operazioni sospette segnalate alla procura della Capitale e sulle quali sta già svolgendo accertamenti la Guardia di finanza. Conti alla banca vaticana intestati a preti e suore che, di queste faccende, sembrano sapere poco o nulla.
GUARDIA DI FINANZA DI ROMA – “E’ completamente destituita di qualsiasi fondamento la notizia che questo Ufficio abbia sequestrato o comunque acquisito ‘cinquanta faldoni di documenti’ nel confronti del prof. Ettore Gotti Tedeschi”, ex presidente dello Ior. Lo comunica in una nota il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone. ”Pertanto è ugualmente priva di fondamento la notizia che sia stata data delega alla Guardia di Finanza per ‘indagare sul contenuto’ di tali documenti”, conclude la nota.