Qualche giorno dopo il ballottaggio, precisamente il 25 maggio, Tommaso Foti aveva rassegnato le dimissioni da coordinatore scrivendo una lettera al segretario nazionale Angelino Alfano. “Se sono ancora qui è perché qualcuno con responsabilità a livello superiore ha ritenuto di non accettarle”.
Arrivano direttamente da Foti alcuni retroscena e le risposte agli attacchi che negli ultimi giorni sono stati sferrati dal consigliere comunale Filiberto Putzu sia all’indirizzo del partito sia a quello dell’operato dell’amministrazione provinciale. Foti stavolta non usa diplomazie. Estrae i dati del sondaggio commissionato a febbraio, li rende pubblici e va subito al contrattacco.
“Eventuale espulsione di Putzu? Ogni organo ha le sue funzioni – afferma – Dico che tutte le critiche sono legittime. L’unica cosa che non posso accettare sul piano politico è che si dica che nel Pdl bisogna fare pulizia. Qui di persone sporche non ce ne sono”. E ancora: “Non si venga a dire che non si sapeva quale fosse la situazione di partenza delle elezioni. Negli ultimi dieci anni io sono stato consigliere comunale nei primi due anni dell’era Reggi. Il resto dell’opposizione l’ha fatta qualcun altro, Putzu compreso. Io, guarda caso, l’ho fatta in Provincia dove dopo qualche anno abbiamo vinto le elezioni”.
Foti ha voluto precisare che “nel Pdl non c’è alcuna nomenclatura, ma ci sono un coordinatore e un vice liberamente eletti in un congresso. L’unica parte di nomenclatura è tutt’al più quella eletta nel listino bloccato, tra cui figura il nome di Filiberto Putzu. Non c’è stato alcun obbligo verso un qualche candidato. Abbiamo commissionato un sondaggio dal quale sono emrse verità che tutti conoscevano ma che qualcuno fa finta di non conoscere”.
Quel sondaggio, del 14 febbraio scorso, mostrava come le elezioni si presentassero inequivocabilmente in salita. Tanto che la maggioranza dei votanti del Pdl riteneva già allora che avrebbe vinto il centrosinistra. Tra i candidati Andrea Paparo era il più gradito. “Tra i candidati del Pdl presi in esame, tutti perdevano al primo turno Ma c’era un unico caso in cui il nostro candidato era superato anche da quello della Lega Nord. Ed è il caso in cui Il candidato era Putzu. Che non sarebbe andato neanche al ballottaggio”.
Tra i partiti il Pdl era stimato al 19,3 %, “al punto che c’erano timori di arrivare a formare un gruppo risicato in Consiglio”.
“Il 24 febbraio – riferisce il coordinatore – il Pdl ha indetto le primarie per verificare se all’interno o all’esterno vi fossero candidati che si volevano proporre, tentativo fatto anche per vedere se ci fosse la possibilità di una coalizione. Tutti passaggi chiari e alla luce del sole. Nessuno, dunque, ha deciso nulla. La politica non ha deciso di delegare alla sondaggista Ghisleri le scelte”. Terminate le risposte a Putzu, con il “caso” che resta all’ordine del giorno visto che in diversi (specie dalle parti della Provincia) premono per una sua cacciata, Foti si è concentrato su una lettura dei dati elettorali.
Crollo dell’affluenza, soprattutto al secondo turno. Foti ha fatto notare che bisognava iniziare a preoccuparsi del calo di elettori già da tempo, almeno dalle Regionali 2010, quando l’affluenza fu del 64,74%.
“IL CENTROSINISTRA NON AVANZA” – “Il centrosinistra – ha poi osservato – non aumenta in modo così significativo”.
PDL, EMORRAGIA CONTENUTA – “Il Pdl ha fatto il terzo risultato in tutt’Italia, superato solo da Barletta e Lecce dove erano schierati i candidati uscenti. Rispetto al 2007. Piacenza fa registrare la perdita più contenuta -2,49%. Qui il Pdl ha messo 32 candidati, l’altra volta, nel 2007, con la doppia lista erano 80. La lista è stata fatta bene, lo dimostrano le percentuali delle preferenze”.
I CANDIDATI SINDACO – “Dosi arretra rispetto a Reggi mentre Paparo, pur con un confronto impossibile rispetto al 2007, ottiene 1,86% in più rispetto alle liste che lo sostengono. Al ballottaggio Dosi ottiene 800 voti più del primo turno, Paparo 2500. È la prima volta che al secondo turno il candidato del centrodestra prende più voti che al primo. E comunque Paparo da solo, con il suo 42,25%, ha ottenuto di più che la somma della potenziale coalizione che si sarebbe fermata a 39%”.
LE DIMISSIONI – Insomma, il sondaggio di febbraio dipingeva un quadro assai cupo. Seppure il Pdl abbia tenuto, il negativo risultato elettorale induce Foti a rassegnare le dimissioni. “Il 25 maggio ho scritto una lettera ad Alfano, Berselli e Bettamio in cui concludevo che di motivi di preoccupazione ve ne sono, ancorché qui il partito abbia tenuto. Ho rimesso il mandato nelle loro mani. Essendo una persona educata non le ho comunicate ai media. Se sono qui oggi è perché chi ha la responsabilità non le ha accettate”.
IL COMMENTO SUI PRIMI PASSI DI DOSI SINDACO –
“Come avevamo valutato in passato Dosi non ha il decisionismo di Reggi, sempre che non sia che Dosi sta attendendo alle decisioni di Reggi. In ogni caso per fare le giunte c’è sempre un periodo di elaborazione. E’ più preoccupante la leggerezza amministrativa alla base dei ritardi sul bilancio di previsione”.
L’ATTACCO AI GRILLINI – “Dovrebbero capire ciò che uno sostiene, ma resta il fatto che un consigliere comunale, una volta eletto, non ha vincoli di mandato. Sconsiglierei loro di proseguire su questa strada. Già una volta ci spiegarono di essere trasparenti sulla raccolta firme alle Regionali 2010, fecero anche un esposto in procura. Ma non hanno mai spiegato come è andata a finire. Ad essere condannato è stato chi in buona fede aveva prestato loro collaborazione. Se questo è il buon giorno della trasparenza, siamo a notte fonda”