Il Sisma in territorio emiliano. Purtroppo non si può sorvolare sull’argomento, nonostante si sia già detto tanto, anche perché questo evento, che non vuole smettere di atterrire la popolazione italiana, influirà sul futuro del nostro Paese.
Cominciamo da lunedì.
Milano soffre ma non troppo (Ftse Mib -0,74%), chi soffre di più è la Spagna che, – chiudendo a -2,17% e con uno spread che supera i 500 punti base – potrebbe essere costretta a chiedere un salvataggio da parte dell’Europa (richiesta smentita dal premier Mariano Rajoy nonostante il titolo del colosso bancario Bankia abbia chiuso a -13%).
Martedì di terrore per l’Emilia, la terra non smette di tremare, mettendo in ginocchio gran parte dei settori industriali emiliani: biomedicale, ceramica, alimentare, meccanica e tessile i settori più colpiti, che contribuivano in modo sostanziale all’economia della zona e del nostro Paese, senza dimenticare tutti gli allevamenti e i piccoli artigiani.
Grazie alla spinta di Bce e Wall Street le borse chiudono bene, Spagna a parte, con Piazza Affari a +0,38%.
Ed è proprio su questi argomenti che l’opinione pubblica si sposta, mettendo in panchina almeno per qualche giorno gli argomenti finanziari, nonché la difficile situazione economica che stiamo vivendo.
Mercoledì si cominciano a contare i danni, con cifre da capogiro. Si parla di quasi cinque miliardi di euro e di oltre 20.000 addetti senza lavoro, con conseguente ricadute sul prezzo della benzina di due centesimi, giusto per far fronte ad una prima emergenza. Sullo sfondo le polemiche sulla Parata del 2 giugno, festa della Repubblica Italiana.
Le borse accusano il colpo: giù tutte le piazze europee; nel mirino oltre alla crisi europea, banche spagnole e le elezioni in Grecia. L’euro nei confronti del dollaro scende sotto quota 1,24, toccando il valore più basso degli ultimi due anni.
Giovedì, le notizie poco incoraggianti riguardanti l’economia americana (il Pil del primo trimestre è stato rivisto a +1,19% rispetto alla stima di 2,20%), hanno indebolito le borse (Ftse Mib +0,01%), rendendo il mese di maggio il peggiore dal 2011. Aumenta la corsa ad alcuni titoli di stato “rifugio” tra i quali spuntano quelli di Olanda e Finlandia.
“Ridurre tasse e spesa per rilanciare il Paese”, sono le parole del governatore di Banca Italia Ignazio Visco, il quale auspica una ripresa a partire dalla fine dell’anno. Sempre Visco invoca un “cambio di passo” nella gestione della crisi dell’Eurozona, cominciando con l’approvazione di un’ipotesi discussa a Berlino, per la creazione di un fondo europeo, il cui scopo è di ripianare i debiti Sovrani (permetterà di trasferire i debiti che eccedono, da redimere gradualmente in tempi e modi definiti).
Nuove e problematiche notizie riguardanti il cataclisma che ha colpito il nostro Paese, si parla di nuove scosse in arrivo e di tempi lunghi (circa due anni) per risanare solo una parte delle attività.
Venerdì sempre grigio per le borse, Milano chiude male a -1,04%, lo spread Btp-Bund risale a 470 punti base e il dollaro è scambiato a 1,2408.