Processo ex Pertite, il generale Taddei prosciolto dalle principali accuse

AGGIORNAMENTO – Colpo di scena al processo per il polo di mantenimento pesante. Oggi pomeriggio, il collegio giudicante, presieduto da Italo Ghitti, a latere Elena Stoppini e Adele Savastano, ha disposto il proscioglimento, in relazione ad alcuni reati di truffa ai danni dello Stato, falso e falso ideologico per il brigadiere generale Giuliano Taddei (all’epoca direttore del Polo) e altri sei imputati. I giudici hanno anche rigettato la richiesta di costituzione di parte civile della Cgil e di Legambiente e hanno anche escluso dall’azione civile il Comune di Piacenza, che, invece, era stato ammesso durante una delle udienze per il rinvio a giudizio. A far propendere per il non luogo a procedere era stato l’intervento del pm Antonio Colonna, il quale aveva sottolineato come alcuni reati fossero ormai prescritti, chiedendo quindi soffermarsi solo su quelli su cui si poteva ancora procedere. Su questo processo, poi, aleggia da sempre la prescrizione – che scatterà nella primavera del 2013 – e il fatto che molte delle accuse ricadono sotto l’indulto.

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Gli avvocati difensori dei dieci imputati, in sintesi, si erano opposti affermando che i reati ambientali sono stati prescritti e che nella richiesta della Camera del lavoro non si chiedeva in modo esplicito la costituzione del segretario Paolo Lanna a cui era stata data la procura speciale. Tra l’altro, erano scaduti, per gli avvocati, anche i termini per la costituzione.

Il collegio, inoltre, ha rigettato la richiesta di incompetenza territoriale – e conseguente spostamento a Roma del processo – avanzata da Giovambattista Maggiorelli, legale di Taddei. Secondo l’avvocato, il reato più grave, il falso ideologico che prevede una pena fino a sei anni, sarebbe stato commesso a Roma. Negativa, invece, la risposta dei giudici: è stato commesso a Piacenza.

In mattina, inoltre, i giudici avevano respinto le eccezioni dei legali sugli errori di notifica e dichiarati inammissibile la richiesta dello stesso Taddei di entrare come avvocato difensore di se stesso (il generale, oggi in pensione, è avvocato e ingegnere). L’alto ufficiale, invece, con gli altri imputati tra cui sottufficialie e autotrasportatori, dovrà rispondere di altri capi di imputazione, tra cui il principale rimane la truffa ai danni dello Stato per un importo di oltre tre milioni di euro. L’inchiesta dei carabinieri portò alla luce alcune irregolarità nella gestione del traffico di rifiuti che erano stati sepolti nell’area della ex Pertite. I rifiuti dovevano essere portati via da alcune ditte di autotrasporto. I documenti avevano attestato i viaggi per lo smaltimento, viaggi che in realtà sarebbero stati fatti solo sulla carta.

Il presidente Ghitti ha quindi aperto il dibattimento e nelle prossime udienze, tra settembre e ottobre, verranno ascoltati i tanti testimoni e gli imputati.


Sei anni di indagini finiti in niente. E’ stato prosciolto dalle accuse di truffa ai danni dello Stato e falso ideologico il generale dell’Esercito Giuliano Taddei, ex comandante del Polo di mantenimento pesante nord. Ex proprio da quel 2006 quando iniziarono le indagini sulla cosiddetta area dell’ex Pertite nella quale, secondo le accuse, erano state create vere e proprie discariche abusive per smaltire materiale militare che invece avrebbe dovuto essere trasferito in apposite strutture ; trasferimento, peraltro, pagato dallo Stato.

Il collegio presieduto dal giudice Italo Ghitti ha quindi disposto il non luogo a procedere per Taddei e altri sei imputati per prescrizione dei reati. Ma non solo: non hanno accettato la costituzione di parte civile del Comune, di Legambiente e della Cgil.

Non sono cadute tutte le accuse, comunque. Restano imputazioni minori destinate probabilmente a finire come le principali: prescritte entro la fine dell’anno. Le prossime udienze sono fissate per settembre.