AGGIORNAMENTO – Mattinata complessa, quella che si è vissuta nell’aula del Tribunale, nella quale è andato in scena il processo a carico del generale Giuliano Taddei e di altri nove imputati, per la discarica a cielo aperto che venne scoperta nel Polo di mantenimento Nord, a Piacenza.
I reati contestati al generale e agli altri imputati sono numerosi e vanno dalla corruzione, alla truffa ai danni dello stato, passando per il danneggiamento di stabilimenti militari.
Una mattinata complessa, si diceva, perché l’udienza è stata tutta incentrata sulla procedura penale, con numerose eccezioni preliminari presentate e valutate.
La folta pattuglia di avvocati presenti, a difesa degli imputati, si è concentrata soprattutto sulla costituzione a parte civile della Cgil, di Legambiente e del Comune. Questo perché, secondo i difensori, i motivi non sarebbero più attuali.
Altro tema che potrebbe far incagliare il processo è satto sollevato dall’avvocato Gian Battista Maggiorelli, che segue il generale Taddei, il quale ha parlato di incompetenza territoriale per il reato contestato di falso ideologico (che tra l’altro sarebbe quello previsto con la pena maggiore, pari a sei anni). Così ha chiesto che il procedimento venga trasferito a Roma, dove semmai sarebbe stato commesso.
Infine da segnalare la presa di posizione del pm Antonio Colonna, che per uscire dal tunnel dei reati in via di prescrizione, ha chiesto che si proceda comunque, almeno per il reato di truffa ai danni dello stato. In questo caso, seppur prevista la prescrizione a fine anno, ci sarebbero labili possibilità di arrivare a sentenza.
La riserva verrà comunque sciolta alle 14.30 dal collegio giudicante.
E’ ripreso in mattinata il processo sulla discarica al Polo di mantenimento pesante, che vede coinvolto l’ex direttore, il generale Giuliano Taddei e altri nove imputati.
Raffica di eccezioni preliminari, per ora, che hanno costretto il collegio, presieduto da Italo Ghitti, a ritirarsi più volte.
La prima è stata respinta, cioè quella del generale che chiedeva di assumere la propria difesa, ritenuta non ammissibile.
Ora i giudici stanno decidendo su altre due eccezioni, la prima sulla costituzione di parte civile da parte di Cgil e Legambiente e le errate notifiche per nove imputati. Se venissero accolte il processo verrebbe rinviato.
Le accuse sono di illecito militare, falso ideologico, furto e corruzione, per aver realizzato una vera e propria discarica abusiva a cielo aperto, dentro cui venivano abbandonati materiali tossici e inquinanti risalenti anche alla seconda guerra mondiale, nella zona militare di via Emilia pavese.