“Fu un omicidio efferato”. Ergastolo più un periodo di libertà vigilata. Una pena che, però, potrebbere “scendere” a 30 anni in virtù del rito abbreviato. E’ quanto chiesto oggi nel primo pomeriggio dal pubblico ministero Antonio Colonna per Giovanni Badalotti, il 42enne accusato dell’omicidio di Stella Paroni, la donna di 90 anni uccisa il 20 marzo del 2011 a Castelvetro. Badalotti deve rispondere delle accuse di omicidio volontario premeditato, tentata violenza sessuale e occultamento di cadavere. Nell’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Bersani, l’imputato aveva scelto il rito abbreviato, che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Così, la pena finale, se accolta dal giudice, sarà di 30 anni di reclusione oltre alla libertà vigilata. Questa mattina hanno deposto di gli psichiatri che erano stati scelti dal giudice come periti. Poi è stata la volta della lunga requisitoria del pm Colonna, il quale in circa tre ore ha ripercorso i tragici avvenimenti dall’alba di quel sanguinoso 20 marzo, fino all’arresto di Badalotti, compresi alcuni aspetti personali della vita d’infanzia travagliata dell’uomo. Badalotti, tuttora rinchiuso in carcere, era stato sottoposto a perizia psichiatrica e i medici lo avevano giudicato in grado di intendere e di volere al momento del fatto. Giovedì prossimo, la parola passerà alla difesa di Badalotti, composta dagli avvocati Mauro Pontini e Lorena Marchini, quindi seguiranno le parti civili in rappresentanza della sorella di Stella Paroni e di due nipoti. Infine, il giudice si ritirerà e, salvo ulteriori rinvii, emetterà la sentenza.