Animali selvatici: le precauzioni da seguire

Il settore Tutela faunistica e ambientale della Provincia di Piacenza intende rendere partecipi i cittadini di alcune informazioni utili a ridurre i rischi connessi alla convivenza con gli animali selvatici.

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In particolare in questa stagione sono più frequenti gli incontri con gli ungulati, come i cervidi (caprioli in primis) e i cinghiali, poichè in questo periodo si registrano i fenomeni dispersivi che portano gli animali ad andare a cercare nuovi territori in preparazione dell’attività riproduttiva: i maschi ambiscono ad acquisire un’area da difendere e in cui attrarre le femmine per gli accoppiamenti (che nel capriolo si avranno tra luglio ed agosto), mentre le femmine ambiscono a trovare un sito tranquillo ed adeguato per partorire (tra maggio e giugno). Sono quindi due le indicazioni più importanti, cui è bene attenersi: in primo luogo utilizzare particolare prudenza alla guida, soprattutto nelle ore crepuscolari (alba e tramonto) e durante la notte ed in secondo luogo evitare di toccare gli animali selvatici che, per qualsiasi motivo, ci troviamo di fronte. In questo secondo caso, se riteniamo che l’animale si trovi in difficoltà (magari in seguito ad un investimento), occorre rivolgersi agli esperti istituzionalmente preposti allo scopo ed individuati dalla Provincia, per i mammiferi, nella figura del vicecomandante della polizia ecozoofila Giovanni Peroni, che è reperibile al numero 3388487560. E’ particolarmente importante sottolineare, comunque, come il rinvenimento di un piccolo di capriolo, daino o cervo, immobile ed accovacciato nei prati, nei campi o nei boschi, senza la vicinanza della madre, non costituisca di per sè una condizione anomala o allarmante. La madre infatti, nei primi giorni di vita dell’animale, gli si avvicina solo per il tempo strettamente necessario ad allattarlo, per poi allontanarsi immediatamente, in modo da non consentire ai predatori di individuarlo. L’allattamento è preceduto da un breve momento di riconoscimento tra piccolo e madre, che avviene su base olfattiva. L’indugiare presso il cucciolo, toccandolo, accarezzandolo o addirittura abbracciandolo, spesso, oltre a rappresentare una fonte di stress, comporta l’eliminazione delle tracce odorose lasciate sull’animale dalla mamma e ne compromette il riconoscimento futuro e quindi le possibilità di sopravvivenza in natura, anche in caso di recupero. Si ricorda inoltre che l’appropriarsi di un animale selvatico, anche se morto, oltreché rappresentare un comportamento pericoloso per chi lo pratica è anche un reato perseguito dalla legge, anche se commesso con le migliori intenzioni.