L’INTERVENTO DI FILIBERTO PUTZU SULLE ELEZIONI
“In moltissimi lo avevano previsto e puntualmente è successo, ma forse nessuno si aspettava un risultato numerico come quello dell’ultima tornata elettorale. Riassumiamo cosa è successo a Piacenza. Al primo turno Paolo Dosi ha ottenuto quasi 23.000 voti (ma Roberto Reggi nel 2007 ne aveva ottenuti 29.000). Nel centrodestra Andrea Paparo è stato votato da 15.000 persone (ma Dario Squeri nel 2007 ebbe 26.500 preferenze). Le liste civiche a supporto di Paparo hanno ottenuto complessivamente poco più di 3.000 voti, un deludente 7,5% (mentre la lista civica di Squeri ne ottenne 5.800). Il Popolo della Libertà ha ottenuto quasi 9.000 voti mentre nel 2007 Alleanza Nazionale e Forza Italia (allora separati) ottennero la somma di oltre 12.000 voti. La Lega con 2.200 votanti prende meno consensi delle liste civiche di Paparo. L’ UDC supera a malapena le 1.000 preferenze, l’Idv non raggiunge le 2.000. Paolo Dosi ha vinto poi il ballottaggio (l’ha votato però solo il 30% dei piacentini), è diventato Sindaco di Piacenza ma non certo per merito proprio, molto più per demerito degli altri.
Il vero vincitore è il malcontento verso questa politica fatta da partiti poco lungimiranti (sia a livello nazionale che locale) ed avidi, in particolar modo nella loro espressione romana. Sono infatti oltre 36.000 i non votanti al secondo turno e comunque ben 34.000 piacentini al primo turno hanno deciso che questa politica non meritasse il loro voto.
Negare l’evidenza della vittoria dell’astensionismo e del Movimento 5 Stelle (4000 voti a Piacenza) vuol dire essere miopi e cercare ancora una volta di affermare i concetti della vecchia politica, che vince sempre anche quando perde palesemente.
E non possiamo non fare una riflessione su quanto accadrebbe oggi, a nemmeno una settimana dal risultato, se dovessimo andare a votare ancora. Lo sdoganamento del Movimento 5 Stelle con la incredibile vittoria di Parma, potrebbe portare a risultati completamente diversi in molte altre città: Piacenza compresa.
Queste riflessioni, anche se non nella portata numerica del risultato, erano le stesse che qualche mese fa ci avevano convinto a non scendere in campo.
Avevamo compreso il forte malessere nei confronti della politica ed in particolare a Piacenza nei confronti del centrodestra, della sua incapacità di dare risposte convincenti e della sua politica miope (a partire dalla gestione delle segreterie locali, alla impalpabile azione amministrativa della Provincia).
Purtroppo lo scenario dei prossimi mesi ed anni è ancora più critico, sia a livello nazionale che locale.
Il Popolo dellea Libertà è in stato comatoso. Il leader storico ha fatto il suo tempo ed un suo ritorno in campo non è auspicabile. I nuovi possibili leader, più o meno indicati da Berlusconi, hanno dimostrato di non essere all’altezza del compito.
La Lega dopo gli ultimi scandali ha perso la propria credibilità e non ha più una guida carismatica. Il PD dichiara di vincere le elezioni, ma perde in casa, schiacciato com’è da SEL e IDV. Infine il cosiddetto “terzo polo” di centro ha dimostrato (ed anche ammesso) di non essere un soggetto in grado di incidere sulla politica nazionale.
Una politica nazionale che è sempre più distaccata dalle reali necessità del popolo e sempre più inadeguata agli occhi degli elettori.
La politica locale non è da meno.
I vecchi stagionati politici impongono candidati e liste, ma non sono in grado di proporre nulla di nuovo ed innovativo sia nei metodi che nelle azioni.
Leggere i programmi dei candidati a sindaco di Piacenza è stato disarmante…..
“ Trovate traccia di futuro nei programmi di Dosi e Paparo? Io non ne vedo. Entrambi hanno lo sguardo rivolto al passato ….. Vorrei tornare alle idee, per dire che esse sono fondamentali, perché solo buone idee, che non sono di destra o di sinistra, possono trovare convergenze di capitali privati o pubblici, non solo italiani. Mi rattrista di non vederne traccia in entrambi i programmi dei candidati a sindaco”.
Non è la nostra opinione, ma quella di Giacomo Vaciago….non possiamo proprio dargli torto
Programmi generici non propositivi e innovativi, nessuna consistente idea di rilancio e sviluppo. Programmi mirati al piccolo cabotaggio, molte volte tendenti a non modificare lo status quo, privi di numeri ed idee forti, progetti di modesto profilo, validi per qualsiasi stagione e realtà.
Tra un anno, al massimo, torneremo al voto per stabilire chi ci governerà per i successivi 5 anni a livello nazionale, in un contesto di turbolenze economiche e sociali, e scegliere sarà davvero arduo.
E sarà difficile anche per i partiti storici convincerci a votare perché il “popolo bue” ormai ha capito di essere amministrato da tanti inaffidabili, di qualsiasi colore e sponda, che per mantenere i propri privilegi lo affama (esempio eclatante l’escamotage sul finanziamento pubblico dei partiti).
Potrebbero arrivare nuovi soggetti politici, ma i messaggi che arrivano per il momento sono ancora confusi e pieni di “se” e di “ma”. Esattamente quello di cui non abbiamo bisogno in questo momento.
E per finire il panorama, alle porte abbiamo anche l’abolizione della nostra Provincia, e noi di Piacenza che Verrà non sottovalutiamo questo aspetto che potrebbe avere effetti deleteri sullo sviluppo della città e dei comuni del nostro territorio.
Di fronte a questi scenari Piacenza che Verrà come intende muoversi?
Lavoreremo su entrambi i fronti: quello locale e quello nazionale.
A livello locale vigileremo e proporremo, come abbiamo fatto sino ad oggi. Denunceremo alla cittadinanza le manchevolezze e gli errori dell’amministrazione, ma ci porremo anche come portatori di idee innovative o di istanze dei cittadini, e lo faremo adottando il metodo dell’assemblea permanente, come conviene ad un movimento “realmente civico”.
Più articolata sarà invece la nostra opera sul livello nazionale.
Il nostro pensiero è che sarà necessario mandare ai piu’ alti livelli di governo personaggi credibili (onesti e non legati ai dinosauri della politica locale o nazionale), preparati (che abbiano maturato la loro esperienza sul campo e nel mondo del lavoro e quindi non siano politici di professione, per non essere ricattati dalla politica stessa) e soprattutto disposti a farsi veri paladini degli interessi locali.
Pensiamo tuttavia, che al di là di un entrata sul palcoscenico di nuovi soggetti (che andranno valutati sui programmi e sui nomi proposti) siano necessarie azioni sul territorio che permettano la creazione della coscienza e della conoscenza politica nei cittadini di Piacenza.
L’obiettivo è recuperare la fiducia dei piacentini che in tantissimi hanno detto “BASTA” ai principali partiti, allontanandosi da loro con il “non voto” o con il “voto di protesta” .
Vogliamo coinvolgere le persone, crescere assieme, aiutare prima a capire e poi a ragionare, per poi segliere con libera cognizione di causa.
In altri termini concedere alle persone ed ai nostri giovani la possibilità di non farsi prendere in giro, di non farsi raggirare, di replicare e comprendere cosa sta succedendo.
Vogliamo, inoltre, che le persone che entrano in politica o vogliono fare politica, abbiamo innanzi tutto nel sangue e nella testa, chiaramente, la morale ed i principi fondamentali che detta la nostra Costituzione.
Questo è il contributo che vogliamo dare alla nostra città”.
Associazione Piacenza che Verrà