«Introdurremo dei criteri di premialità per privilegiare l’accesso dei piacentini alle case popolari». Andrea Paparo riporta l’attenzione su un tema di primaria importanza su cui il centrosinistra ha fatto poco, soprattutto per aiutare i piacentini che faticano a sostenere il costo dell’affitto o del mutuo. Il candidato sindaco mette quindi sul piatto la volontà di rivedere i criteri di accesso, in modo da mostrare un occhio di particolare attenzione per «i piacentini in difficoltà, che oggi, troppo spesso – osserva Paparo – restano in fondo alle graduatorie e non riescono ad accedere a benefici in grado di garantire una serenità economica che non può che essere la base per la costruzione di una famiglia».
Ma non è solo mettendo mano alle graduatorie e ai criteri di accesso che si risolve il problema della casa. Un problema che a Piacenza presenta dati che richiedono una riflessione, come quello relativo ai 4mila appartamenti sfitti. «Prima di costruire nuovamente, dovremo lavorare per incrociare la domanda e l’offerta, raggiungendo diverse condizioni che consentano in particolare alle giovani coppie e alle categorie in difficoltà di accedere all’abitazione a un costo sostenibile e ponendosi anche come tramite per le agevolazioni regionali». Per consentire lo svolgimento dell’operazione e incentivare la partecipazione dei privati, l’intenzione del candidato è quella di trovare un accordo con gli istituti bancari per la costituzione di un fondo di garanzia.
C’è poi una terza strada indicata da Paparo per risolvere il problema della casa. Si tratta di un progetto sin qui ignorato dall’Amministrazione piacentina, ma che, per esempio, nella vicina Parma e Crema ha consentito di costruire centinaia di alloggi venduti e messi in affitto a prezzo calmierato con metodi innovativi. Il tema è quello dell’housing sociale. «A Parma e a Crema – spiega Paparo, illustrando il modello che vorrebbe importare a Piacenza – il Comune, tramite un bando pubblico, ha affidato a un’associazione temporanea di impresa (ati), composta da imprese di costruzione e da cooperative di abitazione locali, la realizzazione di un progetto di edilizia residenziale sociale su aree che la pubblica amministrazione, grazie allo strumento urbanistico vigente, ha riservato all’edilizia privata sociale. «Perché – chiede Paparo – a Piacenza non è stata colta questa opportunità? Serve un cambio di mentalità, perché non siamo stati in grado di attualizzare la crisi, di leggere le nuove esigenze e di dare risposte concrete a chi non oggi è per la prima volta in difficoltà».