Dovranno rispondere di disastro doloso i titolari della “Lombarda Petroli” di Villasanta, in Brianza, Giuseppe e Rinaldo Tagliabue e il direttore dello stabilimento, Vincenzo Castagnoli, nell’ambito del processo per la vicenda che trasformò il Po in un fiume “nero”, a seguito di un massiccio sversamento nel Lambro di idrocarburi, provenienti dall’ex petrolchimica.
Sono complessivamente sei le richieste di rinvio a giudizio firmate dai pm Donata Costa e Emma Gambardella per la sciagura ambientale del 22 febbraio 2010. Il custode notturno dello stabilimento Giorgio Crespi, invece, dovrà rispondere di omesso controllo. I responsabili della contabilità della “Lombarda Petroli”, Alfredo Pilotti e Maurizio Viganò, secondo l’accusa responsabili di alcune irregolarità finalizzate a nascondere il reale giro d’affari della società, hanno chiesto il patteggiamento della pena con la condizionale per reati fiscali. Per loro la condanna potrebbe scendere sotto i due anni.
Il livello di salute del Grande fiume, intanto, torna a far preoccupare l’Unione Europea, in particolare sulla gestione acque, degli scarichi e degli ecosistemi fluviali. L’Europa avrebbe infatti richiamato l’Italia, in particolare, per le condizioni del Sarno, in Campania, seguito dal Lambro, Seveso, Olona, Mella (tutti affluenti del Po). Si parlerebbe di un ritardo cronico nella depurazione e di un mancato investimento nella riqualificazione.