Rapporto economia, Parenti: “E’ dura, sempre più disoccupati”

Una crisi che non molla la presa ormai da quattro anni consecutivi e che secondo le previsioni della Camera di commercio farà sentire il suo peso per tutto IL 2012. E’ il dato saliente della Giornata dell’economia piacentina che nel pomeriggio ha celebrato all’Università cattolica la sua decima edizione davanti alle autorità oltre che ai rappresentanti del mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria locale. Segno meno in quasi tutti i comparti, dunque, soprattutto in quelli nei quali le esportazioni non riescono o non possono decollare, come nell’edilizia che dal 2008 sta facendo registrare variazioni costantemente negative a ogni trimestre e si prospetta un futuro tutt’altro che roseo anche nel 2013. Unica eccezione, il settore dell’agroindustria che a Piacenza è in crescita esponenziale da due anni a questa parte proprio grazie all’export. Ma non è solo interna la responsabilità di una recessione che non accenna a mollare la presa.

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“E’ una situazione molto difficile: ci sono sempre più disoccupati  – ha spiegato il presidente della Camera di commercio Giuseppe Parenti – e i datori di lavoro hanno paura di assumere. Molte aziende con 14-15 dipendenti infatti non assumono perché hanno paura di passare a 16 dipendenti e non poter più tornare indietro. Il problema dell’Italia è che ha perso competitività e perciò vorrei sentire il ministro dello sviluppo parlare di proposte concrete per aiutare le nostre aziende”.

Rispetto al dato del 2010 si sono registrati l’incremento delle forze di lavoro (+1,65%) e delle persone in cerca di occupazione (+72,97%) mentre sono diminuite le unità occupate (-0,48%).

Risultato di queste variazioni è di conseguenza un peggioramento sia del tasso di occupazione che è passato dal 66,3% al 65,4% che di quello di disoccupazione (dal 2,9% al 4,9%).

Fino al 2010 si era registrata una buona tenuta del contesto occupazionale, nel 2011 sono emersi segnali più evidenti di un peggioramento anche piuttosto significativo. Nello specifico si è ridotta l’incidenza degli occupati nelle costruzioni a vantaggio di quelli nel settore industriale in senso stretto.  Aggiustamenti di portata più limitata hanno invece interessato sia i servizi che l’agricoltura.