Gherardo Colombo a Piacenza
“Non è cambiato nulla da Mani Pulite”

L’ex magistrato Gherardo Colombo ospite questa mattina alla Cattolica di Piacenza per un incontro organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza sul tema “Si può educare al bene attraverso il male?”. L’intervento di Colombo ha preso spunto anche dalla sua ultima opera  “Il perdono responsabile”.

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Di fronte al conclamato fallimento delle tradizionali pratiche sanzionatorie – dimostrato dagli alti tassi di recidiva, dalla situazione di profondo degrado delle nostre carceri, dalla violenza fisica e psicologica della realtà penitenziaria che rischia di allontanare sempre di più il detenuto dalla società –  la domanda cruciale è se sia possibile pensare a forme diverse di sanzione, che coinvolgano vittime e condannati in un processo di concreta responsabilizzazione.

“Il tema della sicurezza è molto complesso – commenta Colombo –esistono due livelli. Il primo la non compatibilità di un sistema basato sull’imposizione della sofferenza come risposta alla violenza, perché il male non può essere superato attraverso il male, quindi un’incompatibilità della pena con la dignità umana. L’altro l’assoluta inefficacia e dannosità degli strumenti che vengono utilizzati oggi nelle carceri”.

 

A 20 anni dall’arresto di Mario Chiesa, Gherardo Colombo, uno dei principali membri del pool di Mani Pulite, commenta così il momento storico e i recenti voti alle amministrative.

“Credo che gli ultimi risultati elettorali siano da osservare – sottolinea l’ex magistrato – anche all’epoca di Mani Pulite si era delineato qualcosa di totalmente nuovo a livello elettorale. All’epoca la corruzione era un sistema, oggi la mia impressione è che non sia cambiato molto rispetto ad allora”.

“Ma come potrebbe essere avvenuto visto che non è stato fatto nulla o quasi per rendere più difficile la corruzione e renderne più facile la scoperta – prosegue – I fenomeni di corruzione sono addirittura peggiorati rispetto a vent’anni fa perché è più difficile scoprirli”.

“Gli interventi legislativi mancano perché la cultura va da un’altra parte”.