Celebrazione del lavoro o
celebrazione della crisi?

La settimana è stata caratterizzata dalla ricorrenza  del  1^ maggio, Festa nazionale che sancisce la centralità del lavoro, e come diritto dei singoli individui sancito dalla nostra Costituzione, e come massima espressione di libertà  e di autonomia democratica che – sempre – contraddistingue  il Popolo degli Italiani.

Radio Sound

E’ ormai da molti giorni ( forse mesi) che stampa e giornali non fanno altro che parlare di tassi,  tagli e spese; argomenti importantissimi,  che ci toccano direttamente, da seguire con correttezza e precisione ma, trattandosi sempre notizie negative, tendono a demoralizzarci.

 Dicevamo 1^ maggio, Festa del lavoro. Non soffermiamoci sulle  dichiarazioni fatti da politici (come le discussioni sul Ddl  Fornero,  riguardante un possibile aumento del costo del lavoro, con conseguenti limiti agli incentivi sull’apprendistato) o commenti a manifestazioni che hanno caratterizzato la giornata di martedì. Soffermiamoci, invece, su due aspetti che riguardano il futuro del lavoro nel nostro Paese.

 Il primo, arriva dalle Agenzie del lavoro (le sette principali agenzie che rappresentano due terzi del mercato), le quali offrono diverse opportunità nei settori metallurgico, tessile, commercio e turismo, che vengono, però,  scarsamente prese in considerazione insieme alla richiesta di tecnici specializzati.

Il secondo arriva dalle nuove generazioni  le quali,  ora che hanno compreso – finalmente – l’importanza di mettersi in gioco in prima persona, e  vista la scarsità di occupazione ad alta remunerazione,  decidono di  avviare imprese start up  (vale a dire, società  neo costituite, che  incominciano a muovere i primi passi, ndr) con idee innovative, strozzate, però, dalla congiuntura che le frena sull’ingresso nel mercato.

E veniamo ai dati di mercato.

Lunedì, ultimo giorno di aprile, caratterizzato dal segno meno nelle principali piazze europee ( Milano -1.26%):  si punta il dito sulla discesa del Pil spagnolo e sul  rallentamento dell’attività economica nell’area più produttiva degli Stati Uniti, quella di Chicago.

Nella giornata festiva di martedì, la notizia riportata in prima pagina sulla maggior parte dei quotidiani riguarda l’ex  ad Parmalat Bondi, nominato commissario ai tagli di spesa (una riduzione di 4,2 miliardi nel 2012 con obiettivo  quello  di raggiungere i  2,1 miliardi di euro)

A questa manovra di Spending Review  o – per dirla in gergo nostrano –  di “revisione di spesa”, parteciperanno anche Giuliano Amato (fu, lo ricordiamo, Presidente del Consiglio nel periodo 1992/1993 e nel successivo biennio 2000/2001)  per la riforma sui finanziamenti ai partiti politici e  Francesco Giavazzi, ingegnere elettronico,  consulente del Governo Monti   in tema di  agevolazioni alle imprese.

Mercoledì e giovedì si mantengono ancora in territorio negativo  ( a Piazza Affari si registrano rispettivamente  – 2,60% e -0,67%). Giornate caratterizzate da pesanti vendite nel settore bancario. Gli investitori hanno ancora sfiducia ad investire in Europa, forse anche per i dati non positivi sul mercato del lavoro e sull’attività industriale europea.

Il 3 maggio ha visto protagonista il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi in trasferta a Barcellona, ove si è tenuto l’ultimo Consiglio Direttivo.

Dal Capo della BCE, arriva un input importante. Occorre “dare priorità alla crescita” ribadendo che Italia e Spagna sono sulla giusta strada, e dichiarando anche che la necessità di tagliare sensibilmente  le spese – piuttosto che tornare ad  aumentare le tasse –  non è più procrastinabile.

 

Il Tasso Centrale Europeo rimane invariato all’1% in quanto – questo il commento di Draghi – si intravedono i segnali, se pur timidi,  di una lenta ma decisiva ripresa, una “ripresa graduale”, mentre sullo sfondo permangono tutt’ora incertezza e rischi al ribasso.

Ed è proprio per questi motivi che Draghi rimarca la necessità di procedere con i tagli alla spesa pubblica, lasciando in essere la spesa prevista per gli investimenti, ovviamente.

 Nonostante un breve rialzo la giornata di venerdì negativamente (FTSE MIB -1,41%), ribasso dovuto da un ulteriore peggioramento del quadro macro UE.