Rio Farnese, ristrutturato il monumento
in ricordo della strage

Impegno mantenuto: la Provincia ha ristrutturato il monumento di Rio Farnese – in località “Le Forche”, a Bettola – che ricorda l’eccidio nazista in cui vennero uccisi per mano tedesca – il 12 gennaio 1945 – 21 partigiani, prelevati a caso fra i circa quaranta rinchiusi nella scuola di Bettola dopo la cattura durante il drammatico rastrellamento invernale della divisione Turkestan. I lavori hanno fatto seguito alle richieste giunte il giorno della commemoriazione dell’8 gennaio scorso, dal presidente dell’Associazione nazionale partigiani, sezione provinciale, Mario Cravedi e dal sindaco Simone Mazza. Entrambi avevano manifestato al presidente della Provincia Massimo Trespidi la necessità di un intervento. Nell’occasione dell’annuale commemorazione dell’eccidio, Trespidi si era impegnato a provvedere alla riqualificazione del monumento. Non appena il tempo e le temperature hanno consentito l’esecuzione dei lavori, i cantonieri della Provincia hanno asportato i vecchi intonaci ammalorati – sostituendoli con altri idonei – e hanno ritinteggiato la parte superiore dell’opera, che si compone di 21 blocchi cubici, a simboleggiare i 21 partigiani trucidati.
Nei giorni scorsi ai cantonieri è giunta una lettera di ringraziamento del presidente Trespidi, questa mattina sul posto per un sopralluogo, insieme agli stessi Cravedi e Mazza. “Il tempo aveva logorato il monumento – ha spiegato stamattina Cravedi – che ricorda il più grave eccidio nazista nella nostra provincia. Il disegno dell’opera lo si deve a Ludovico Muratori, comandante partigiano ed ex presidente Anpi”. Cravedi ha ricordato che i 21 partigiani vennero fucilati uno alla volta con un colpo di nuca. Il maresciallo tedesco autore dell’esecuzione fece precedere ogni colpo da una sorsata di grappa. Tra i morti i piacentini Giuseppe Gardini, Giuseppe Lupini, Giancarlo Pizzi, studente in medicina e Mario Cappai. Degli altri rinchiusi nella scuola a Bettola, invece – ha ricordato Cravedi – non si seppe più niente. Sparirono nel nulla. Fra loro Rinaldo “Dino” Laudi, ex capo dei medici partigiani, originario di Torino, insignito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano della medaglia d’oro al valore civile.
“Sono orgoglioso di aver onorato questo impegno, assunto l’8 gennaio scorso con il presidente Cravedi e il sindaco Mazza – ha detto Trespidi –. Questo monumento ha un grandissimo valore simbolico perché ci ricorda una delle pagine più drammatiche della lotta per la liberazione della nostra provincia. La cura e l’attenzione per i segni sono la dimostrazione del nostro rispetto e della nostra riconoscenza nei confronti di chi perse la vita per regalarci un’Italia libera”.
“Un grazie alla Provincia per questo importante gesto – ha detto il primo cittadino –. Il presidente Trespidi è stato di parola e ha mantenuto l’impegno, intervenendo con sollecitudine. Il monumento di Rio Farnese ci impegna al ricordo e all’eterno ringraziamento per quanti diedero la vita per la nostra libertà”

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