DI SEGUITO IL COMUNICATO CON CUI IL MOVIMENTO 5 STELLE DENUNCIA I RIMBORSI SPESE ESAGERATI DEI CONSIGLIERI REGIONALI
I consiglieri del Movimento5Stelle dell’Emilia Romagna hanno da tempo denunciato la situazione scandalosa che si verifica alla richiesta dei rimborsi chilometrici percepiti dai consiglieri regionali.
In questo periodo la trasparenza deve essere un obbligo, così come la volontà politica di cambiare le regole verso un’amministrazione più sobria ed etica deve essere perseguita soprattutto con i fatti.
In realtà i politici parlano e parlano, ma di fatto le regole non le cambiano.
Il sistema attuale prevede un rimborso di 81 centesimi per chilometro, escluse le spese per il pedaggio autostradale. Numeri ben superiori a quelli della tabelle Aci, che vanno da un minimo di 23 a un massimo di 58 centesimi a chilometro. In tutto per pagare il viaggio a chi abita fuori Bologna (42 eletti su 50) escono dalle casse pubbliche circa 70mila euro al mese.
Documenti ufficiali alla mano, i numeri vengono resi noti dai nostri consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia e Andrea Defranceschi. E così si scopre che il consigliere piacentino di centrodestra Andrea Pollastri per andare in ufficio a Bologna incassa quasi 3400 euro al mese, esentasse. In pratica, un secondo abbondante stipendio. Ma non è l’unico. Al consigliere del Carroccio Stefano Cavalli arrivano circa 3350 euro mensili, più di 3200 a Marco Carini del Pd. Più in basso troviamo Gabriella Meo di Sel, che non raggiunge i 2500 euro.
Al momento, gli eletti in consiglio regionale percepiscono al mese 5.348 euro: 3.071 per indennità di carica e 2.277 di rimborsi forfettari per l’attività politica. A questi si aggiungono, appunto, i rimborsi chilometrici e quelli che è possibile chiedere al proprio gruppo consiliare arrivando così a toccare punte di oltre 9000 euro, un vero affronto ai cittadini che devono sopravvivere con una pensione minima o uno stipendio di 1200 euro e una famiglia da mantenere (sempre se non disoccupati).
Pertanto chiediamo ai consiglieri regionali che percepiscono i rimborsi di “accontentarsi” di importi definiti dalle suddette tabelle Aci e di documentare con pezze giustificative i viaggi effettuati in auto, per evitare che si possa approfittare del rimborso per lucrare sulla differenza tra viaggio in auto e viaggio in treno, decisamente più conveniente.
Proprio per questo a seguito delle denunce del M5S l’autorità sta verificando se i consiglieri che percepiscono i rimborsi si siano realmente recati al lavoro in auto, per il momento c’è un imputato per truffa aggravata che proprio per ricevere i rimborsi ha dichiarato una residenza diversa da quella reale in Bologna, le indagini sono ancora in corso e la somma contestata è di circa 85000 euro. Questo grazie alle denunce del M5S.
Altre denunce coinvolgono anche consiglieri regionali residenti a Piacenza, attendiamo l’esito delle indagini fiduciosi che le autorità svolgeranno correttamente il proprio lavoro.
Ci chiediamo a questo punto se non sarebbe meglio destinare parte di quei rimborsi alla Polizia, ai Vigili del Fuoco o alla Guardia di Finanza che più volte hanno denunciato la mancanza di carburante per i loro mezzi!
Mirta Quagliaroli
Movimento5Stelle