Cambio di rotta a causa del maltempo e atterraggio a Malpensa invece che a Linate ma alla fine ce l’ha fatta: Pierluigi Bersani, segretario nazionale del Pd, è riuscito a raggiungere questa sera la “sua” Piacenza con nemmeno un’ora di ritardo. Unico cambiamento sul programma della serata: è saltato il saluto ai simpatizzanti della Cooperativa di Sant’Antonio. La sala dei Teatini invece era gremita: tutto esaurito e gente in piedi in fondo e ai lati dello splendido auditorium di via Scalabrini per ascoltare il numero uno del Partito democratico reduce da una giornata impegnativa su vari fronti, primo fra tutti quello sul finanziamento pubblico ai partiti, ma che ha voluto comunque esserci, qui a Piacenza, per sostenere il candidato sindaco Paolo Dosi. Sala gremita, dunque, ma anche il palco non era da meno: davanti al pubblico oltre a Bersani e Dosi, seduti uno a fianco dell’altro, c’erano il sindaco uscente Roberto Reggi, il vicesindaco e capolista del Pd Francesco Cacciatore, il segretario provinciale del partito Vittorio Silva; alle loro spalle, i trentadue della lista che sostiene la corsa a sindaco dell’attuale assessore comunale alla Cultura e allo Sport.
Ma prima di conquistare l’ingresso dei Teatini, il segretario è stato circondato dai cronisti e si è prestato a rispondere a qualche domanda. La prima ha riguardato i dati economici usciti proprio oggi che vedono gli stipendi al minimo storico negli ultimi trent’anni: “Uno dei guai di questo decennio in Europa e in Italia è che non si è distribuito abbastanza verso il lavoro e questo ha provocato anche una domanda interna molto bassa. E’ chiaro che adesso è una situazione difficile ma anche per via fiscale bisogna iniziare a intervenire per riequilibrare il tutto. Morale, dobbiamo fare in modo che di quel che paga l’imprenditore una parte maggiore resti in tasca del lavoratore se vogliamo far ripartire i consumi. E’ un tema che va affrontato in modo urgente partendo con le entrate che arrivano da una lotta seria all’evasione fiscale”.
Finanziamenti ai partiti, tema particolarmente caldo e attuale, è stato l’oggetto della seconda domanda. “Il Pd ha appena fatto una proposta seria – ha dichiarato Bersani – Dura ma seria, non certo una boutade. In sostanza crediamo che se il Paese deve tirare la cinghia, i partiti debbano tirarla di più e in quest’ottica proponiamo non un annullamento ma un dimezzamento immediato dei finanziamenti ai partiti e contestualmente proponiamo un nuovo meccanismo, più pulito, più coerente con altre esperienze europee. E sempre in questa proposta prevediamo un sistema di garanzie e di controlli all’altezza del problema. In più indichiamo nuove norme che riguardano i tetti delle spese in campagna elettorale, perché anche in questo non c’è controllo”.
L’antipolitica è un sentimento sempre più diffuso con il quale anche i candidati alle amministrative che in questi giorni stanno vivendo le battute finali devono fare i conti quotidianamente. Cosa ne pensa il segretario del Partito democratico, partito che ha solo quattro anni di vita ma che già viene trattato da “fustigatori” della politica come Beppe Grillo come una sorta di pachiderma della vita pubblica? “C’è un disagio grande, è vero, e c’è anche in Europa – ha risposto – Un disagio che in Italia è oggi acuito dagli ultimi anni di ‘cura berlusconiana’. Ma la considerazione di fondo è che la cattiva politica non si combatte certo con l’antipolitica ma semmai con la buona politica, perché senza politica un Paese non può andare avanti; e anche le invenzioni che si sentono in questi giorni, tipo i restyling sotto elezioni, sono cose che avvengono solo in Italia, non esiste un altro paese democratico al mondo in cui accadono cose del genere. E questa eccezionalità italiana non ci porta da nessuna parte, anzi: ci porca contro un muro. Noi dobbiamo riformare la nostra democrazia restando nel solco della Costituzione.
La serata ai Teatini è quindi stata aperta da Vittorio Silva che ha fatto da padrone di casa e ha introdotto gli interventi. Hanno parlato Francesco Cacciatore (che ha ricordato come in questi dieci anni di amministrazione del centrosinistra il Comune di Piacenza abbia ridotto di 13 milioni e mezzo il suo indebitamento), Roberto Reggi (che accennato a Eataly e Tecnoborgo, le ultime delle innumerevoli inaugurazioni che lo stanno vedendo protagonista in questi giorni), quindi Paolo Dosi che ha esordito spiegando lo slogan che sta accompagnando la sua campagna: gli anni migliori sono davanti a noi. “E’ una provocazione – ha detto – e ci serve a ricordarci come tutti insieme dobbiamo tirare fuori il massimo delle energie per affrontare questo periodo di crisi pesantissima”. Una crisi, prosegue Dosi, che tuttavia non può portare Piacenza a retrocedere a livello di servizi: “Dovremo inventarci qualcosa – ha detto il candidato – e fare in modo di mantenere il livello attuale, magari di incrementarlo pure. Si tratta di trovare risorse a livello locale e in questo periodo non è certo facile, ma del resto il lavoro di un amministratore e in particolare di un sindaco è paragonabile a quello di un equilibrista: conservare l’equilibrio in un percorso difficile”.