Con i suoi studi ha contribuito a rivalutare e a far conoscere in Italia l’importanza della pedagogia austriaca tra ‘700 e ‘800 – con particolare riguardo ad alcune figure (l’agostiniano I.Felbiger, il gesuita I.Parhamer)-, una pedagogia cattolica e scientificamente fondata, valorizzandone l’influsso sulla Lombardia e sul Veneto.
Il meticoloso lavoro di ricerca portato avanti in questi anni, ha spinto la Presidenza della Repubblica d’Austria a conferire alla prof. Simonetta Polenghi, docente della facoltà di Scienze della formazione, la sua più alta onorificenza, la Croce d’Onore per la Scienza e per l’Arte della Repubblica d’Austria.
“Desidero esprimere profonda gratitudine al Ministero dell’Istruzione e al Presidente della Repubblica d’Austria per l’alto riconoscimento ricevuto, nonché alla console austriaca dott. Sigrid Berka per la cordialità e la raffinatezza dell’evento organizzato” ha voluto sottolineare la prof.ssa Polenghi, profondamente soddisfatta per l’onorificenza. “Questo riconoscimento è per me stimolo a proseguire le mie ricerche nell’ambito della storia della pedagogia e della scuola nell’impero asburgico e ad approfondire ulteriormente i rapporti internazionali con i colleghi dell’ “ex impero”.
La prof.ssa Polenghi ha dato ampio spazio nelle sue attività di ricerca (finanziata nel 2008 e nel 2009 dall’Accademia Austriaca delle Scienze, la corrispondente della nostra Accademia dei Lincei) alla politica scolastica dell’Impero asburgico, vedendone le ricadute sui domini italiani, illustrando in particolare la recezione della pedagogia austriaca nella formazione dei maestri (studiando i manuali per la formazione dei maestri, di matrice viennese, e la loro traduzione, nonché le procedure d’esame e d’assunzione dei maestri).
“Ho indagato la storia della scuola elementare, evidenziando gli effetti positivi della politica scolastica austriaca; la storia dei ginnasi, dove invece il mio giudizio è critico; la storia dell’Università di Pavia e del coinvolgimento politico di studenti e professori nel processo risorgimentale, evidenziando come l’atteggiamento della autorità fosse meno vessatorio rispetto a quanto scritto. – ha sottolineato la prof.ssa Polenghi -. Gli studi per decenni, infatti, hanno ignorato l’azione di politica scolastica di Vienna, tacciandola di reazione. Ciò per un duplice pregiudizio, nazionalistico e anticattolico, contro una monarchia che per decenni ostacolò il processo di unificazione nazionale e che era fortemente caratterizzata dall’impronta cattolica. In realtà, l’applicazione della riforma scolastica negli anni della Restaurazione comportò l’introduzione nel Lombardo-Veneto di una pedagogia, quella elaborata in Austria tra Sette e Ottocento e quella di V.Milde in particolare (poi arcivescovo di Vienna), che segnava un passo avanti rispetto all’età teresiana e che costituiva la punta avanzata in Europa di una pedagogia cattolica scientificamente fondata e sensibile a influssi illuministici e kantiani. “
Il collegamento della prof.ssa Polenghi con l’Austria dura da tempo: con colleghi dell’area dell’ex-Impero, in Austria, Ungheria, Slovenia, ha infatti in corso progetti di ricerca comuni.