\”You are not a salmon\”, mostra personale di Massimo Pianese

“You are not a salmon”, è un progetto multidisciplinare e cross-mediale che muove la sua azione nell’orbita del concetto di “inversioni di flussi”: dinamiche naturali che solo in apparenza sembrano sovvertire l’ordine costituito -tipico di una certa visione occidentale- in un divenire che evidenzia quell’innata vocazione della natura a contestare se stessa, rifondando le proprie leggi e restando di per sé perfetta e ineccepibile. Ne è un esempio il salmone, essere vivente dalle caratteristiche singolari: nasce in acqua dolce, cresce in mare e raggiunta la maturità, risale la corrente del fiume per far ritorno lì dove è nato per riprodursi. L’istinto lo porta a compiere un gesto che sembra paradossale (risalire la corrente), ma che in realtà sottende a delicati e precisi assetti. L’uomo ha seguito questo principio fondante nel compiere la propria evoluzione, applicandolo alla chimica, alla genetica, alla fisica, all’ingegneria perseguendo un modello di sviluppo dagli esiti controversi. Il progetto ha al suo interno diverse aree di sviluppo e per la mostra presso la Placentia Arte sono state prodotte due installazioni site specific e due video. Sensibile alle tematiche di sostenibilità ambientale e sociale, alle problematiche energetiche e alimentari, alle nuove forme di adattamento imposte dalle variazioni climatiche, you are not a salmon vuole altresì mettere in luce contraddizioni e retoriche che sottendono a certi estremismi ecologici: W.E.L.T.O.K. Light, una enorme pila voltaica – basata su celle ad elettrolita naturale – che alimenta una scritta a led, rappresenta forse lo strumento di produzione energetica dai più alti costi di esercizio della storia e col più basso rendimento. In tal senso la Green Economy potrebbe non essere l’agognata oasi nel deserto , ma solo il bieco miraggio dello stesso occhio miope. Se è vero che i processi evolutivi hanno determinato un progressivo rifiuto di un certo lavoro e l’affermarsi di forme di evoluzionismo sociale basate sulla rendita, piuttosto che sulla produzione, è altrettanto vero che il macroscopico limite di tale sistema è sotto gli occhi di tutti e gli effetti devastanti ancor più. Enjoy your life ricalca il più antico degli archetipi tecnologici di forza lavoro e necessita di almeno quattro individui che con la loro spinta mettano in rotazione le pale, al fine di produrre l’energia elettrica necessaria al funzionamento di due monitor lcd che visualizzano altrettanti video appartenenti alla serie Le déjeuner sur l’herbe.

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