Cultura, in Regione 30 mila imprese

L’8% delle imprese e il 4,5% degli addetti dell’intera economia regionale. E’, in cifre, la portata dell’industria culturale e creativa in Emilia Romagna, fotografata in oltre 600 pagine di ricerca realizzate per l’Assessorato regionale alla Cultura. Un lavoro fondamentale per conoscere meglio e comprendere le potenzialità e i cambiamenti continui dell’economia della creatività.

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Il rapporto “Emilia Romagna: cultura, creatività e territorio” presenta un quadro aggiornato quantitativo e qualitativo sulle dimensioni, l’andamento recente, la distribuzione territoriale e le principali caratteristiche delle industrie culturali e creative in questa regione – anche a confronto con altre regioni italiane ed europee – nonché delle politiche pubbliche regionali e locali ad esse direttamente o indirettamente rivolte.

La ricostruzione del settore creativo è stata realizzata da Ervet (società in house della Regione per lo sviluppo locale) con la collaborazione dell’Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna, di amministratori e professionisti di varie istituzioni pubbliche e di numerosi operatori e imprese di questi settori. Una larga partecipazione al processo di analisi ed il coinvolgimento dei territori hanno rappresentato un obiettivo centrale di questa iniziativa.

Per decenni si è guardato alla cultura unicamente come a un bene immateriale, scarsamente produttivo, sottovalutando il potenziale di crescita e sviluppo dell’industria culturale e dei servizi creativi. Le aziende del settore, tranne rare eccezioni, venivano (e spesso lo sono ancora) considerate imprese di serie B rispetto ad altri ambiti produttivi e i lavoratori del sistema culturale privati di diritti e garanzie acquisite  altri settori produttivi.

La ricerca descrive quindi un sistema in cui, anche in Italia, sta iniziando a maturare la consapevolezza che la cultura è una componente fondamentale del nuovo welfare e può essere il volano di una nuova idea di economia e di sviluppo, come dimostrano documentate e significative esperienze in Europa e nel mondo.

Il convegno

Dal lavoro di ricerca nasce “C/C: Cultura e Creatività. Ricchezza per l’Emilia-Romagna”: una giornata di dialogo e discussione sul binomio cultura-economia, in cui imprese, ricerca, istituzioni, associazioni di categoria sono invitate a un’analisi delle politiche e della produzione del settore culturale e creativo, e a una tavola rotonda per progettare una nuova idea di sviluppo intelligente e volto al futuro. I lavori si svolgeranno il 20 aprile, dalle ore 9.30 alle 18.30 nella Sala Polivalente in viale Aldo Moro 50, a Bologna. La giornata verrà aperta alle ore 9.30 dall’assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti.

Dopo la presentazione della ricerca (ore 10.15-11.30) “Cultura & Creatività Ricchezza per l’Emilia-Romagna“, con interventi di Roberto Grandi, Stefano Kluzer, Roberto Calari, Daniela Boldarino, Roberto Righetti, Daniele Alni. Dalle 11.45 alle 13.30 si svolgerà la prima sessione, su “Le politiche rivolte al settore culturale e creativo” con interventi degli assessori regionali alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli e alla Scuola, Formazione e Università Patrizio Bianchi.

Nel pomeriggio, dalle ore 14.30 Interventi di operatori del settore culturale e creativo dell’Emilia Romagna quindi, dalle 16,30, tavola rotonda con Piero Gnudi, ministro Affari regionali, Turismo e Sport, Vasco Errani presidente Regione Emilia-Romagna, Roberto Grandi del dipartimento di Discipline della comunicazione dell’Università di Bologna, Armando Massarenti responsabile inserto culturale Il Sole 24 Ore, Fabrizio Montanari presidente Fondazione Nazionale della Danza e Michele Trimarchi docente di Economia della cultura, Università di Bologna.

La ricerca

Le industrie culturali e creative (Icc) comprendono: le attività culturali, artistiche e di intrattenimento; i media e le industrie culturali; i servizi creativi (architettura e ingegneria, design, pubblicità, comunicazione d’impresa, software e consulenza informatica); l’artigianato artistico e attività connesse.

I suddetti settori in Emilia Romagna nel 2008, comprensivo delle attività distributive, comprendono circa 30-32.000 imprese e unità locali e 77-78.000 addetti. Ciò corrisponde al 7,6-7,9% di unità locali-imprese e al 4,5-4,6% degli addetti dell’intera economia regionale.

I capitoli 1, 2 e 3 del rapporto introducono le chiavi di lettura con cui si è sviluppata la ricerca.

Il capitolo 4, fornisce la quantificazione delle Icc in Emilia Romagna (imprese, unità locali e addetti), le principali caratteristiche delle attività produttive, la loro distribuzione territoriale, l’andamento economico dell’ultimo decennio e un confronto sul peso economico e la composizione delle Icc nel quadro nazionale ed europeo.

Il capitolo 5 fornisce gran parte delle altre informazioni economiche dello studio, focalizzate in questo caso sulla cultura in senso stretto. Si guarda al mercato (consumi e spesa in cultura delle famiglie, offerta culturale di spettacolo dal vivo e cinema, domanda di servizi turistici culturali); alla spesa pubblica e a quella delle Fondazioni di origine bancaria; e agli effetti moltiplicatori di questa spesa sull’economia locale, sia di tipo quantitativo che qualitativo e dispiegati nel tempo. Il contributo della cultura alla qualificazione e allo sviluppo dell’offerta turistica è un’ulteriore dimensione di tali effetti.

Il capitolo 5 riporta poi i risultati dell’indagine qualitativa svolta con le imprese dei tre principali comparti Icc in Emilia Romagna (spettacolo e attività artistiche; media e editoria; servizi creativi).

Il capitolo 6 ricostruisce in maniera molto articolata il quadro delle politiche e dei programmi che sostengono le attività culturali e creative: a livello europeo, della Regione Emilia-Romagna, di tutti i Comuni capoluogo e delle città sopra i 50mila abitanti e delle Amministrazioni provinciali (è stata realizzata una serie di interviste a tutti gli Assessori alla Cultura di Comuni e Province).

Il capitolo 7 completa la prima parte del rapporto con le principali conclusioni delle ricerca e una serie di raccomandazioni quali l’opportunità di fare di cultura e creatività un nuovo tratto identitario dello sviluppo dell’Emilia Romagna, la necessità di rendere visibili le attività e gli attori delle industrie culturali e creative della regione etc.

Il capitolo 8 illustra scelte e problematiche metodologiche.

Il capitolo 9 offre una rassegna dei metodi di analisi dell’impatto economico e sociale degli interventi per la cultura e la creatività.

Il capitolo 10 approfondisce le riflessioni avanzate dalla Commissione europea nel Libro Verde sulle industrie culturali e creative del 2010.

Il capitolo 11 propone un estratto dell’analisi su capitale culturale creativo e fattori di sviluppo territoriale in Emilia Romagna e nelle altre regioni italiane, effettuata dal Laboratorio Economia Locale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in collaborazione con Ervet.

Il capitolo 12 fornisce un quadro aggiornato degli “spazi della cultura” in Emilia Romagna: biblioteche, musei, archivi storici, teatri e spazi di aggregazione giovanile.

Infine, i capitoli 13 e 14 restituiscono un resoconto esteso delle interviste alle Amministrazioni locali e delle discussioni nei focus group con le imprese.