Camminando per le corsie di un qualsiasi ospedale non sempre si riesce a riconoscere un semplice specializzando da un medico strutturato. Fonendoscopio al collo e camici bianchi, i medici specializzandi degli ospedali universitari fanno visite, ricerca, partecipano a congressi, seguono quotidianamente i pazienti ricoverati in reparto e affiancano i primari in sala operatoria.
Non è stato così oggi e non lo sarà neppure domani. Due giorni di sciopero nazionale stanno paralizzando e gettando nel caos diversi ospedali italiani: da nord a sud sono migliaia i medici specializzandi che hanno incrociato le braccia lasciando le corsie dei reparti vuoti. Il motivo della protesta la tassazione Irpef sulle loro borse di studio, prevista da un emendamento al disegno di legge ‘semplificazioni tributarie’ approvato dal Senato e passato al vaglio della Camera.
LA PROTESTA – Uniti nello sciopero specializzandi, dottorandi e corsisti in medicina generale. Domani la Confederazione nazionale delle associazioni dei medici specializzanti (FederSpecializzandi) e il Segretariato italiano Giovani medici (Sigm) hanno indetto una manifestazione nazionale a Roma. «Questo governo – si legge in un comunicato di FederSpecializzandi e del Segretariato Italiano Giovani Medici – si era presentato dicendo che “ciò che fa bene ai giovani, fa bene al Paese” mentre ora vuole far cassa con i soldi delle borse di studio e degli assegni di ricerca, somme che garantiscono il minimo sostentamento per migliaia di giovanissimi ricercatori e medici».
Gli specializzandi degli ospedali italiani rischiano di vedersi diminuire lo stipendio dal prossimo mese di circa 300 euro grazie ad uno degli emendamenti al testo del cosiddetto Decreto fiscale numero 16 del 2 marzo 2012 (approvato dal Senato e incluso nel testo ora passato alla Camera per l’approvazione definitiva) che equipara le borse di studio superiori agli 11.500 euro annui ai redditi da lavoro dipendente, con conseguente imposizione Irpef.
MEDICI SPECIALIZZANDI – Un vero e proprio esercito di giovani professionisti che, se formalmente sono ancora in formazione, nei fatti e nella pratica rappresentano una bella fetta della forza lavoro svolgendo le stesse mansioni di un medico fatto e finito. A differenza dei colleghi strutturati, però, lavorano per 5 euro e 6 centesimi all’ora.
Nessun imbarazzo, solo rabbia e indignazione quando la proposta del governo Monti di tassare le loro borse di studio si è fatta sempre più concreta.
“Se il governo vuole tassarci – ha dichiarato una piacentina specializzanda in cardiologia – come lavoratori dipendenti, ci dia almeno gli stessi diritti. Siamo professionisti, abbiamo studiato duramente per 6 anni, paghiamo già le tasse universitarie perché come specializzandi siamo ancora studenti, paghiamo l’Enpam (l’ente di previdenza) e ora arriva anche la tassa su borse di studio e gli assegni di formazione. Così diventa sempre più difficile svolgere bene il nostro lavoro”.
“Noi abbiamo tutti i doveri che spettano ad un medico strutturato – ha dichiarato uno specializzando piacentino di oculistica – ma nessun diritto: né malattia, ferie o tredicesima”. “Queste nuove tasse – continua un altro medico specializzando – non sono che un incentivo ad andare via da questo paese: abbiamo studiato per sei anni, con passione svolgiamo ruoli umanamente importanti, ma siamo ancora in formazione e infatti il nostro contratto dovrebbe prevedere anche un tutor, una figura cioè che ci segua in tutto. Questo non accade mai. Siamo medici a tutti gli effetti. Ne condividiamo le responsabilità e i doveri. Sulla bilancia però continua a mancare qualcosa”.
L’INTERVENTO DI LUSENTI – Sulla questione è intervenuto anche l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Carlo Lusenti: «i medici specializzandi sono titolari di un contratto di formazione specialistica e non di un rapporto di impiego. L’emendamento al decreto legge sulla semplificazione fiscale, se approvato, introdurrebbe sicuramente un ulteriore elemento critico nel processo di formazione di questi professionisti. Al contrario credo sia assolutamente necessario trovare il modo per sostenerli maggiormente».
«Mi auguro che l’emendamento venga ritirato. La vicenda – ha continuato Lusenti – ripropone la necessità di una riflessione più complessiva e sistemica sulla formazione post laurea dei medici che costituiranno il futuro prossimo dei Servizi sanitari regionali. Un ragionamento, ad esempio, che porti il medico in formazione, per il quale il titolo di specializzazione costituisce requisito concorsuale indispensabile per accesso ai ruoli del Servizio sanitario nazionale, a inserirsi progressivamente, e in maniera giuridicamente ed economicamente significativa, nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali durante il suo percorso di formazione specialistica».
IN UNA LETTERA APERTA I MOTIVI DELLO SCIOPERO.
Siamo Medici Specializzandi ed ecco perché, in tutta Italia, scioperiamo.
Uno degli ultimi emendamenti approvati dal Senato ed ora passato alla Camera per l’approvazione definitiva dispone che d’ora in poi vengano tassate tutte le somme corrisposte a titolo di borsa di studio per fini di studio o di addestramento professionale che concorrono a formare redditi superiori a 11.500 euro. Questa disposizione ridurrebbe le borse di studio dei medici specializzandi, già tra le più basse d’Europa, di ulteriori 300 euro al mese, dopo il taglio già effettuato due mesi fa.
Paghiamo già le tasse universitarie perché come specializzandi siamo obbligati a farlo, paghiamo l’Enpam (l’ente di previdenza) e ora arriva anche la tassa su borse di studio e gli assegni di formazione. Questo governo si era presentato dicendo “quello che fa bene ai giovani, fa bene al Paese” mentre ora vuole far cassa con i soldi delle borse di studio e degli assegni di ricerca, somme che garantiscono il minimo sostentamento per migliaia di giovani ricercatori e medici, che sempre più a fatica, in questo periodo di crisi, tentano di costruirsi una esistenza indipendente e dignitosa.
Come medici lavoriamo giorni, notti, Natale e Pasqua e siamo responsabili penalmente di ogni nostro gesto.
Al netto delle tasse vorrebbero pagarci 1000 euro al mese.
Tu per 1000 euro al mese ti assumeresti la responsabilità della VITA altrui?