«Riappropriamoci del Bene Comune»

«Oggi andremo a passeggio per la città alla riscoperta dei nostri beni comuni». Poche parole, perché poi a parlare sono stati loro: i beni comuni di tutti i piacentini. I palazzi, i monumenti, le chiese che fanno di Piacenza, una delle città più ricche di storia e di cultura d’Italia.
Far vedere la città ai suoi cittadini è stato il fulcro dell’iniziativa organizzata da Piacenza Bene Comune – la lista civica che sostiene la candidatura di Pier Angelo Solenghi alle prossime amministrative – che ha accompagnato i piacentini a fare “Quattro passi nel tempo” alla ricerca degli scorci dimenticati.
Il nutrito gruppo di partecipanti – una settantina circa – ha iniziato il suo viaggio nella storia di Piacenza dalla chiesa monastica di San Savino. Da qui Domenico Ferrari Cesena e Valentina Pareti hanno accompagnato i tanti intervenuti in un viaggio «in uno dei nostri beni comuni più preziosi: la cultura – ha sottolineato Ferrari Cesena – Un bene di cui dobbiamo riappropriarci perché ora è in mani improvvide. E’ nostro compito farci garanti del patrimonio culturale per i nostri discendenti. Per conservare Piacenza – ha aggiunto Ferrari Cesena prima di lasciare la parola a Valentina Parenti che si è occupata della descrizione artistica dei luoghi visitati – bisogna conoscerla. I piacentini devono imparare a guardarle la loro città con occhi nuovi accorgendosi del valore culturale, artistico, architettonico e storico hanno».
Dopo la visita alla chiesa di San Savino, ai suoi mosaici e alla cripta, la passeggiata è proseguita verso piazza Duomo facendo una breve tappa di fronte a Palazzo Costa. Il Duomo e la piazza antistante ha dato occasione a Domenico Ferrari Cesena di svelare il segreto della Madonnina sotto il cui piedistallo è conservato un mosaico «che meriterebbe fosse riportato alla luce». La casa in stile Liberty di via XX Settembre, accanto al “delitto urbanistico” del palazzo di Zara, è stata la tappa intermedia verso la chiesa di San Francesco e piazza Cavalli, quindi la passeggiata si è conclusa con la tappa a Palazzo Farnese e la descrizione architettonica del palazzo del liceo classico Melchiorre Gioia.
«Una “scappata” nella nostra Piacenza dal Medioevo a giorni nostri».

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