Dal 14 al 15 aprile va in scena al Teatro San Matteo il nuovo spettacolo di Associazione Culturale The Imperfect Speakers, gruppo teatrale specializzato in rappresentazioni in lingua inglese attivato ormai da oltre vent’anni a Piacenza. Lo spettacolo proposto è “An Ideal Husband (Un Marito Ideale)”, di Oscar Wilde. Sabato 14 la rappresentazione inizierà alle 21, domenica 15 a alle 15 e 30 e lunedì 16 alle 9 e 30.
The Imperfect Speakers portano per la terza volta in scena un testo di Oscar Wilde, ma dopo le torbide atmosfere di Salome e l’adattamento della fiaba The Happy Prince, è la prima occasione in cui affrontano un testo della maniera più tipica del grande drammaturgo irlandese, una commedia arguta, talvolta surreale, spesso pungente. Lo fanno con un grandissimo rispetto della statura dell’Autore, capace di costruire un dialogo estremamente preciso e brillante senza perdere, contemporaneamente, il senso della realtà, che pulsa anche sotto i paradossi più spiazzanti. Al tempo stesso, lo fanno dimenticando deliberatamente la vulgata di Wilde, quel tanto di falso mito costruito dallo scrittore stesso, e poi tenuto in vita da posteri interessati a seguire, più che la preda, l’ombra (come dice un vecchio adagio francese che certo sarebbe / sarà piaciuto al buon Oscar). Tornano quindi sui testi cercando di dimenticare ogni incrostazione e la cultura pop che circonda chi li scrisse, ormai più di un secolo fa.
La compagnia, composta in gran parte da veterani del gruppo, ma con costanti infusioni di forze nuove, presenta lo spettacolo in una forma esteriormente tradizionale, con un’ambientazione tardo ottocentesca ricostruita puntigliosamente nei costumi ed evocata negli arredi e nelle scenografie, improntando lo spettacolo ad un ritmo serrato; interiormente, invece, l’interpretazione rifugge dai cliché, cercando invece una valorizzazione delle psicologie celate o rivelate dai giochi verbali. Trait d’union tra i quattro atti, cesellati da Wilde quasi alla ricerca dell’unità aristotelica delle 24 ore (al punto da sbagliare i calcoli nella didascalia iniziale, che proclama che l’azione si conclude in quello spazio di tempo, quando in realtà arriva alle 36 ore…), sono stati ricavati dal testo alcuni brevi momenti che vedono coinvolti i “servitori”, indispensabile ma spesso dimenticato accessorio di questa ovattata (ed ipocrita) società vittoriana: situazioni vagamente reminescenti di un altro irlandese, Samuel Beckett, a ricordare il dietro le quinte di questo raffinato mondo di dandy.