La \”Petite Messe Solennelle\” per la rassegna \”Allegro con brio\”

E’ un indiscusso capolavoro di Rossini che la rassegna “Allegro con brio”, promossa dalla Fondazione Teatri insieme al Conservatorio ‘Nicolini’, offre nell’imminenza delle festività pasquali. Si tratta della Petite Messe Solennelle che verrà eseguita, sabato 31 marzo alle ore 21 alla Sala dei Teatini (ingresso libero), da un cast formato da docenti ed allievi del Conservatorio “Nicolini” diretti da Patrizia Bernelich.
All’età di 37 anni, Rossini aveva scritto più di 40 opere, ma nel 1829, dopo la stesura del Guillaume Tell, si ritirò a vita privata, prima in Italia e poi a Parigi nella sua villa di Passy. Dal 1855 ricominciò a comporre e scrisse più di 150 pezzi per pianoforte, canzoni, piccoli ensemble, tra cui la Petite Messe Solennelle. Capolavoro della maturità, composta nel 1863, fu definita da Rossini “l’ultimo peccato mortale della mia vecchiaia”. L’ossimoro Petite – Solennelle esprime la sua chiave di lettura: solenne per le ampie proporzioni – comprende infatti tutte le parti ordinarie della liturgia -, piccola in relazione al numero limitato di esecutori.
Nella stesura originaria, la partitura prevedeva quattro voci soliste (Soprano, Contralto, Tenore, Basso), otto voci di rinforzo, due pianoforti e un armonium. Ma nel 1867, lo stesso Rossini si occupò della sua orchestrazione affinché l’opera non perdesse le caratteristiche da lui volute, se orchestrata da un altro musicista dopo la sua morte.
In pieno romanticismo, Rossini compì scelte insolite e contrastanti; recuperò forme e stili del passato e dimostrò quanto fosse aggiornato, nonostante l’età e la sua ormai lunghissima assenza dai teatri, inserendo in organico l’armonium, uno strumento inventato appena vent’anni prima. Se da una parte sono presenti arcaismi di modello bachiano, come ad esempio la fuga nel “Cum Sancto Spiritu”, dall’altra, non mancano momenti tipicamente romantici, come “O Salutaris Hostia”. Lo stile vocale abbandona la florida scrittura belcantistica delle sue opere serie per assumere tratti quasi disadorni, delicati e toccanti nella loro semplicità. La Petite Messe viene considerata il testamento spirituale di Rossini, ma anche il suo testamento musicale in cui l’Arte è principio e fine dell’esistenza. Ecco quanto è riportato dal manoscritto della Messa in calce all’Agnus Dei: “Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica? Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso.”
Gli interpreti della serata di sabato prossimo alla Sala dei Teatini saranno: Lim Soo Yeon soprano, Oda Hochscheid contralto, Sergio Rao tenore, Lee Min Ho basso; Ester Fusar Poli e Giacomo Volpe pianoforti; Sebastiano Bernocchi harmonium; l’Ottetto Vocale del Conservatorio Nicolini è formato da Shin Wonhui, Tanimoto Aki soprani, Kakimoto Takako, Kulikova Maryna mezzosoprani, Park Kwang Sil, Kim Sung Chun tenori, Lee Dong Yub, Kim Chayang bassi.

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Patrizia Bernelich
Direttore d’orchestra, di coro, pianista, inizia la sua attività di musicista dopo essersi diplomata al Conservatorio S. Cecilia di Roma, con il massimo dei voti e la lode. La sua formazione avviene attraverso un lavoro continuo e costante: prima con corsi di perfezionamento e interpretazione pianistica con Carlo Bruno, Vincenzo Vitale, Michele Campanella, poi con l’affiancare nella loro attività didattica il baritono Aldo Protti, il tenore Carlo Bergonzi, il basso Enzo Dara, il soprano Renata Scotto. Ancora, l’esperienza teatrale viene assimilata collaborando con il Teatro Municipale di Piacenza, la Fondazione Toscanini, la Fondazione Ponchielli di Cremona, nell’allestimento di numerose opere liriche (50 titoli da Verdi a Rossini, da Mascagni a Leoncavallo, da Wagner a Puccini, da Mozart a Bizet). Collabora con Associazioni liriche e culturali, in Italia e all’estero, realizzando concerti e opere liriche. Ha avuto modo di suonare a Lugano, Ginevra, Zurigo, Monaco di Baviera, Parigi, Bellinzona, Rejkjavik, Berlino. Ha inciso, in qualità di pianista, composizioni contemporanee di A. Del Re , P. Bandini e G. Cataldo. In duo con il violinista Marco Lorenzini ha in repertorio sonate di Beethoven, Brahms, Ravel, Bartok, Mozart (di quest’ultimo Integrale delle Sonate). Ha studiato direzione d’orchestra con Fabrizio Dorsi. Dal 2004 dirige il Coro Lirico Ponchielli Vertova con il quale svolge intensa attività di divulgazione del repertorio lirico di tradizione. Ha inciso, con questa formazione due opere rare di Amilcare Ponchielli (ed. Bongiovanni): I Mori di Valenza e Il Figliol Prodigo. Dal 2006 dirige anche il Coro Filarmonico di Piacenza. Ha diretto numerosi concerti lirico-sinfonici e opere liriche quali: Cavalleria Rusticana, Le Villi, La Traviata, Oberto, Conte di San Bonifacio, Lucia di Lammermoor. Nel 2010 ha diretto Carmina Burana a Cremona ( Festival di mezza estate ) e a Piacenza al Teatro Municipale. Prossimi impegni saranno concerti e l’esecuzione della Messa da Requiem di Verdi. E’ titolare della cattedra di Pianoforte Principale al Conservatorio “Nicolini” di Piacenza .