Gls, la Prefettura aprirà un tavolo di confronto

La Prefettura si è impegnata ad istituire un  tavolo di confronto tra le parti per il caso Gls di Montale. E’ quanto emerso dall’incontro, avvenuto in mattinata, tra i delegati del sindacato Si Cobas e il viceprefetto Elio Faillaci. Un impegno che però, nonostante le buone intenzioni è apparso ai sindacati e ai lavoratori, dalla mattina in manifestazione davanti al palazzo di giustizia, più formale che sostanziale.

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“Lavoratori delle cooperative in lotta per i propri diritti” oppure “Gls attività antisindacale”. Sono queste alcune delle scritte sugli striscioni in mostra davanti alla Prefettura, i quali fanno comprendere il clima teso che si respira tra i facchini in questi giorni di protesta.

Sono combattuti i lavoratori, soprattutto dopo questa seconda manifestazione in città, che ha fatto seguito a quella di sabato per le vie di Piacenza. Perché alla lunga, almeno stando alle voci che si rincorrevano questa mattina, sarà sempre più difficile organizzare  iniziative partecipate, con la conseguente perdita di peso nella trattativa. A testimoniarlo anche il sostegno delle moglie e dei figli, che erano presenti alle spalle dei padri, come a voler dimostrare che dietro ogni lavoratore che perde il posto c’è una realtà ben più complessa e fragile da salvaguardare.

Per questo picchetti e manifestazioni, se non dovessero ottenere qualcosa di concreto, potrebbero tornare a lasciare il posto al silenzio.

RISPOSTA DEI COBAS A CGIL, CISL E UIL – “E’ stata una presa di posizione che si commenta da sé” ha affermato Enrico Ghizzoni dei Cobas, nel rispondere al comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil nei confronti delle manifestazioni dei lavoratori organizzate grazie al contributo del sindacato di base.

“La loro presa di posizione evidenzia il loro operato finora. Cioè nessuno. I lavoratori si sono rivolti a loro e non hanno ottenuto nulla” ha chiarito Ghizzoni, che ha poi criticato anche l’Osservatorio Provinciale per il facchinaggio: “Gli osservatori, gli accordi sulla carta o altro non risolveranno i problemi. Ci sono dei diritti costituzionalmente garantiti, quindi prima bisogna partire nel far rispettare quelli”.