La fabbrica di sogni di Bernardo Carli: \”Per chi ha grilli per la testa\”

È una strada piccola, quasi incolore, come ce ne sono tante a Piacenza, quella che da via Alberoni porta in via Roma: un bar, un ristorante più avanti e un’improvvisa macchia di colore azzurro, un colpo di pennello impressionista gettato lì a squarciare il muro. È l’ingresso ad un luogo sospeso nel tempo, un negozio delle meraviglie, un’anomalia nella nostra società frenetica e compulsiva. Si sbircia dentro la vetrina incuriositi e si viene catapultati in un mondo di specchi e caleidoscopi, in un vorticoso e incantevole disordine di colori e oggetti dimenticati.

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La fabbrica dei grilli (per chi ha grilli per la testa) è il salotto di casa di Bernardo Carli, ex preside del Liceo Artistico, un rifugio tranquillo portato in strada per offrire ai suoi visitatori piccoli oggetti inutili, poesie, lettere d’amore, ma anche compagnia e tempo per parlare di sé.

“È un negozio per nulla, – spiega Bernardo Carli – di cose inutili, nel quale io non vendo niente, ma volendo potrei. È la realizzazione di un sogno, di un’idea che coltivavo ormai da molti anni: già prima di andare in pensione sentivo la necessità di aprire un luogo dove la fantasia e i sogni venissero creati, plasmati e alimentati. Non solo i miei, sia ben chiaro. Questo è un luogo di incontro per tutti coloro che hanno grilli per la testa”. Il racconto di Carli si trasforma in un viaggio irreale trascinato da musiche leggere e dagli oggetti che pendono dal soffitto della bottega: “Dopo gli anni passati come restauratore di quadri agli Uffizi e a Brera, dopo gli anni come preside dell’artistico, avevo ancora bisogno di respirare Arte”, spiega Bernardo Carli. “Della Fabbrica curo molto la vetrina creando delle vere e proprie installazioni: è l’occhio sulla strada, quello che attira dentro passanti distratti di ogni età e di ogni estrazione sociale”. Dentro, poi, non si trova niente di ciò che viene generalmente considerato utile. “Qui – continua Carli – ci sono solo le cose necessarie. Essenziali. Senza sogni siamo vuoti. Senza la poesia, la letteratura, senza l’arte, senza il contatto con le persone non si può vivere”.

Certo è che nella gara alla produzione e al guadagno di un mondo sempre più industrializzato e meccanico, il percorso della Fabbrica dei grilli sembra andare ostinatamente in direzione opposta rispetto al via: “Ho notato che molti visitatori della fabbrica dei grilli vengono qui per parlare, si regalano del tempo estorcendolo con la forza al mondo che sta fuori. Si passa molto tempo dietro ad un computer, dimenticando la forza e il valore delle relazioni sociali”.