Logistica e caporalato. Il binomio sembra sempre più strettamente legato, anche a Piacenza. Come avvenne durante la protesta della Tnt, anche per quanto riguarda quella in corso alla Gls Logistics di Montale iniziano a spuntare le prime testimonianze di maltrattamenti e soprusi che, secondo la versione dei facchini, avverrebbero all’interno dell’azienda. Oltre a buste paga irregolari, lavoro a chiamata e nessuna rappresentanza sindacale riconosciuta, ad aggravare la condizione di lavoro dei facchini della Gls si aggiungerebbero le violenze private. Secondo quanto gli stessi operai hanno testimoniato, naturalmente circostanze tutte da confermare, all’interno dei magazzini di Montale sarebbero due le persone, reclutate dalla ditta, per mantenere l’ordine e l’alta produttività. Ma soprattutto per sopire le rivendicazioni dei propri diritti. Gli operai da ieri in stato di agitazione, hanno descritto due soggetti – un marocchino e un siciliano – i quali, bastone alla mano, non si farebbero tanti scrupoli a reprimere anche con la forza chi avesse qualcosa da ridire su ritmi, retribuzioni o tempistiche del lavoro (Nella foto giunta in redazione è ritratto uno di questi presunti “caporali” della Gls con in mano un bastone). Si tratta di un “modus operandi” che, se confermato, non risulterebbe nuovo in un certo mondo della logistica. Soprattutto in quelle aziende che derivano da investimenti stranieri e dove la gestione del personale è fatta da Cooperative che giocano al ribasso (In questo caso ad avere in gestione il personale è la Cooperativa “Forza 4”). Dove purtroppo, abbiamo appurato anche nella nostra città, il sistema venutosi a creare sembra sempre più malato.
COBAS PRONTI ALLA DENUNCIA – A confermare quanto descritto precedentemente sono stati i rappresentanti del sindacato Cobas. In particolare Edoardo Petrantoni, che ieri era presente ai cancelli della Gls Logistics, il quale ha spiegato: “E’ un maltrattamento di tipo psicofisico. Il caporale tende a imporre carichi di lavoro fuori dalla norma. Molto fuori dalla norma, con ritmi frenetici”. Ma non solo, perché secondo Petrantoni i facchini sarebbero vittime anche “di maltrattamenti sul piano della dignità. Perché vengono offesi, minacciati e soprattutto lasciati a casa quando, secondo i caporali, il comportamento lavorativo non è quello che si aspettano”.
Una situazione al limite, per la quale il sindacato Intercategoriale Cobas ha già annunciato, sempre tramite Petrantoni, di essere pronto a passare alle vie legali: “Vogliamo discutere per ripristinare nei magazzini una situazione decorosa e dignitosa. Dopodiché, se le cose non si sistemeranno per via sindacale, siamo pronti a partire con tutta una serie di denuncie, sia all’Ispettorato del Lavoro ma anche a carattere penale. Perché alla Gls Logistics ci sono tutte le premesse per fare denunce di questo tenore”.
GLS DI MONTALE, PAPARO: “SITUAZIONE ALLA NOSTRA ATTENZIONE. PRESTO UN TAVOLO DI CONFRONTO”
“Anche la situazione della Gls di Montale – come quelle che hanno coinvolto altre realtà aziendali del piacentino – è alla nostra attenzione. Gli uffici sono già stati attivati per individuare – d’accordo con sindacati e azienda – una data per la convocazione di un tavolo di confronto”. Lo annuncia l’assessore provinciale Andrea Paparo, rispondendo all’assessore comunale Ignazio Brambati che chiede l’apertura del tavolo sulla situazione dei lavoratori dell’azienda di Montale, a Piacenza. “La Provincia è sempre intervenuta per contribuire a far luce su eventuali ‘coni d’ombra’ del settore e per tutelare i lavoratori e il valore della cooperazione – spiega Paparo –. A questo riguardo è attivo un gruppo di lavoro, composto da rappresentanti individuati all’interno del Tavolo Interistituzionale e della Commissione di Concertazione, che è prossimo alla redazione di apposite linee guida da rispettare nei contratti d’appalto e alla definizione e condivisione di un protocollo d’intesa per ‘il miglioramento dei livelli di prevenzione, sicurezza e protezione sociale dei lavoratori negli appalti’, con specifico riferimento al settore della logistica”. “Del gruppo di lavoro fanno parte, oltre alla Provincia, esponenti della Direzione Territoriale del lavoro di Piacenza (in rappresentanza di Inail e Asl) e di: Prefettura, INPS sede di Piacenza, Confindustria, Confcooperative, Legacoop, Cgil, Cisl e Uil”. “La Provincia ha inoltre collaborato alla diffusione dell’informazione alle imprese riguardo all’applicazione delle tariffe minime del facchinaggio individuate dalle parti sociali e dalla Direzione territoriale del lavoro”.