I membri dell’Associazione Pendolari Piacenza immobili davanti alla tanto contestata sede e l’ordine di sfratto, previsto per oggi, non è stato di conseguenza messo in atto. I pendolari infatti si sono categoricamente rifiutati di andarsene. Nessun atto di forza da parte delle autorità comunali e ordinanza di sgombero che, a questo punto, potrebbe sbarcare in tribunale.
Per andare con ordine: il Comune di Piacenza aveva deciso di sottrarre la sede all’Associazione Pendolari Piacenza perché la concessione dello stabile sarebbe stata garantita non alla specifica associazione di cui è presidente Ettore Fittavolini ma, in generale, ai pendolari, motivo per cui l’altra associazione di categoria, Unione Pendolari aveva lamentato una sorta di monopolio indebito. Su questo punto però i membri dell’Associazione Pendolari Piacenza rispondono che la concessione era stata data proprio a loro e che, ad ogni modo, Unione Pendolari non ha mai partecipato ad una sola riunione all’interno della tanto contesa sede, motivo per cui le pretese dell’Unione Pendolari sarebbero ingiustificate. I pendolari, poi, per bocca del loro avvocato Claudio Tagliaferri sostengono un altro aspetto: “Lo stabile era stato concesso dal Comune all’Associazione Pendolari a tempo indeterminato con diritto di riscossione per motivi riguardanti ambiti edilizi, igienici e sanitari. Ma nel caso specifico non risulta sussistere alcuna di queste motivazioni”, spiega l’avvocato Tagliaferri. La vertenza di sgombero, secondo i pendolari, sarebbe per questi motivi illegittima.