\”Sogno di una notte di mezza estate\” rivisitato attraverso la danza

Dopo il Romeo and Juliette ritorna, nelle stagione di danza della Fondazione Teatri, un altro testo shakespeariano: Sogno di una notte di mezza estate rivisitato attraverso la danza ed il gioco del teatro delle ombre, sulla base del capolavoro musicale omonimo di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Lo spettacolo – una produzione Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Imperfect Dancers- andrà in scena domenica 4 marzo alle ore 20.30 al Municipale di Piacenza con replica lunedì mattina (ore 10) per le scuole. Firma la Fabrizio Montecchi mentre le coreografie sono opera di Walter Matteini, ex danzatore di Aterballetto da alcuni anni apprezzato coreografo e dal 2009 direttore artistico insieme a Paola Catalani della compagnia Imperfect Dancers.

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Nel Sogno si intrecciano due mondi apparentemente contrapposti. Il mondo solare e corporeo della corte di Atene, delle due coppie di amanti e degli artigiani, e il mondo notturno e immateriale degli spiriti di Oberon “il re delle ombre”, di Titania, di Puck e delle fate. Ma questa contrapposizione non è conflittuale, perché uomini ed ombre si dimostrano essere proiezione l’uno dell’altro: se le ombre dipendono dal mondo degli uomini, è pur vero che anche gli uomini non possono vivere senza ombre, l’ “altro da sé” misterioso che li abita e li inquieta. La materia di cui è fatto il Sogno rappresenta per Teatro Gioco Vita il terreno ideale per evolvere e maturare ulteriormente il proprio linguaggio artistico. Rappresenta un’occasione per esplorare nuove possibilità sceniche legate all’incontro tra corpi e ombre con l’idea, sempre presente, di fondere teatro d’ombre e danza attraverso l’alta mediazione della musica. Rappresenta inoltre un’occasione per esplorare nuove possibilità drammaturgiche e avvicinarsi, con discrezione, all’opera di William Shakespeare.

“Vi sono due desideri artistici – spiega il regista Fabrizio Montecchi -che sottostanno all’idea di questo Sogno. Il primo è fondere il teatro d’ombre con la danza attraverso l’alta mediazione della musica. Il secondo è iniziare ad affrontare l’opera di William Shakespeare, ma avvicinandosi con discrezione, quasi in punta di piedi. L’idea di partire dalle Incidental Music di Felix Mendelssohn per il Sogno rappresenta dunque la sintesi perfetta di queste due esigenze. Affrontare una delle opere più ricche di immaginazione, e potremmo anche dire di “ombre”, di Shakespeare e rappresentarla attraverso la visionaria e misteriosa musica di Mendelssohn, forse una delle più affascinanti “traduzioni” dell’opera shakespeariana che siano mai state realizzate. In altre parole il Sogno di Mendelssohn – Shakespeare ci ha consentito di esplorare le possibilità espressive dei linguaggi che mettiamo in campo non solo in quanto tecniche della rappresentazione scenica ma come testo, parte integrante del discorso drammaturgico e del tessuto narrativo”.

Nel Sogno a cui si assisterà domenica, a differenza dell’originale shakespeariano, non ci sono Teseo e Ippolita e nemmeno gli Artigiani. Gli autori hanno preferito seguire solo gli amanti nel loro perdersi nel bosco e intrecciare le loro storie con quelle di Puck, Oberon e Titania. Si vedranno dunque i danzatori diventare gli Amanti e raccontarci dei sentimenti che li legano e li dividono.

Cinque danzatori saranno in palcoscenico: Veronica Bracaccini, Mattia De Salve, Maria Focaraccio, Julio-Cesar Quintanilla, Armando Rossi a volte trasformati da maschere fantastiche, a volte ben riconoscibili in abiti quotidiani. Mondo degli amanti e mondo delle fate, mondo terreno e mondo di sogno si contrappongono senza opporsi, ma mescolandosi e trovando forme e sostanze evocative, che riescono a toccare e a coinvolgere lo spettatore con un fascino sottile e fiabesco.

“Il tratto contemporaneo della danza mira ad integrarsi al meglio nella visione dello spettacolo, senza punti di riferimento temporali e logistici – spiega il coreografo Walter Matteini-. Il tema, attuale perché eterno, quindi comune alle vite di ognuno di noi, fa sì che il linguaggio coreografico contemporaneo non ne ostacoli l’esplorazione e la veicolazione delle emozioni. La magia del bosco e degli esseri che lo popolano ha offerto a me e ai miei danzatori il modo e il pretesto per sperimentare, ricercare.”

Per “Invito alla danza”, il balletto sarà illustrato domenica 4 marzo alle ore 19.45 da Elena Cervellati che dialogherà con il regista Fabrizio Montecchi. L’incontro sarà alla sala del Ridotto.