Crescono gli abusi e le forme contrattuali penalizzanti per i lavoratori stranieri. E’ la denuncia di CISL che lancia un vero e proprio allarme: “Purtroppo i sindacati vengono chiamati ad intervenire, come i Vigili del Fuoco, quando le fiamme già sono alte. I lavoratori invece, soprattutto quelli non italiani, dovrebbero imparare a prevenire”, spiega Roberto Varani di FILCA CISL. La problematica, secondo il sindacato, nasce dalla burocrazia e dalla complessità del sistema lavoro, già difficile da capire per un italiano, incomprensibile per uno straniero. E così sempre più datori di lavoro ne approfittano per sottoporre contratti o soluzioni lavorative svantaggiose ai dipendenti. Maja Grubisic di ANOLF (Associazione azionale Oltre le Frontiere) invoca un maggiore monitoraggio da parte delle istituzioni sui comportamenti dei gestori di imprese e invita i lavoratori a rivolgersi al sindacato prima di firmare qualsiasi cosa. Francesca Benedetti di FELSA CISL (Lavoratori atipici) mostra come la flessibilità, necessaria per le aziende, sia ormai diventata precarietà e mortificazione dei diritti del lavoratore. “I sindacati hanno aperto una trattativa con l’ispettorato del lavoro per aumentare il controllo sulla gestione dei rapporti” spiega. Varani di FILCA CISL porta esempi pratici: “Crescono in modo preoccupante i casi in cui i datori di lavoro, invece di licenziare i dipendenti, li portano, anche con l’inganno, a firmare le proprie dimissioni. In questo modo il lavoratore perde qualsiasi diritto agli ammortizzatori sociali e si trova senza possibili soluzioni. A quel punto rivolgersi al sindacato diventa inutile”.