Tassisti divisi, il Cda si dimette

Nel giorno in cui il governo fa un passo indietro sulle licenze dei tassisti a Piacenza il Cda si dimette. E’ quanto emerso dall’incontro, svoltosi nel pomeriggio e che ha portato a galla numerosi problemi interni che hanno portato alle dimissioni, ora ufficiali.

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Sembra che il Consiglio di amministrazione dei tassisti piacentini, composto da tre persone, non avesse più l’appoggio della maggioranza dei soci. Circostanza che ha portato i tre: il presidente Passilongo, il vice Cordani e il segretario Martizzoni a pressentare le proprie dimissioni.

La cooperativa, che si era riunita per discutere e decidere le iniziative necessarie al rilancio del servizio taxi a Piacenza, sembra che sia stata divisa proprio sulle decisioni da prendere in futuro.

Sul piatto vi erano la maggiore copertura del servizio, lo spostamento di alcuni parcheggi taxi in luoghi più idonei e utili alla clientela (per esempio collocare un parcheggio taxi nei pressi della Clinica Piacenza), avviare contatti con la clientela reale e potenziale e nuovi investimenti per il miglioramento del call center.

Tutto sfumato, per ora, viste le divisioni interne, come ha confermato il dimissionario vicepresidente Cordani che ha spiegato: “Non abbiamo più la maggioranza dei soci e di conseguenza abbiamo deciso di rassegnare le dimissioni e abbiamo chiesto che qualcun altro prenda il nostro posto”.

Ora si attenderanno le proposte di altre candidature, per riconvocare un’altra assemblea. Comunque fino a quale momento il Cda rimarrà in carica anche se dimissionario.

LIBERALIZZAZIONI – Niente più licenze a tempo, quindi ma al via il progetto dei taxi collettivi: la bozza dell’emendamento dei relatori cancella infatti quanto previsto dal decreto legge sulle liberalizzazioni. I titolari di licenza, d’intesa con i Comuni, avranno ora una maggiore libertà di organizzazione del servizio, sia per fronteggiare particolari eventi straordinari o periodi di prevedibile incremento della domanda e in numero proporzionato alle esigenze dell’utenza sia per sviluppare nuovi servizi integrativi come il taxi ad uso collettivo.