Confagricoltura, per il 2012 a rischio la coltivazione del pomodoro

Una riduzione del 25% delle superfici coltivate a pomodoro da industria rispetto al 2011. Questa la richiesta scaturita dall’assemblea dei produttori aderenti a Confagricoltura Piacenza, che hanno preso atto con forte preoccupazione della fase di stallo che sta attraversando la trattativa per il contratto del pomodoro da industria coltivato nel nord Italia. Nulla di fatto, infatti, rispetto agli appelli lanciati la settimana scorsa sull’urgenza di stringere un accordo sul prezzo dell’oro rosso. “Alla preoccupazione si sta aggiungendo la tensione – commenta il Presidente di Confagricoltura Piacenza Enrico Chiesa – invece, in questo momento più che mai, tutta la filiera deve cercare un equilibrio. Gli agricoltori non possono fare scelte aziendali al buio e la trasformazione sbaglia se ritiene di tenere la produzione in scacco con un atteggiamento non collaborativo dimenticando che, in ogni modo, senza il prodotto primario non può esserci trasformazione”. Confagricoltura Piacenza condivide dunque pienamente quanto sostiene il Presidente nazionale della Sezione Pomodoro da Industria di Confagricoltura, Marco Nicastro che ha evidenziato: “Se al nord ci si riunisce senza arrivare da nessuna parte, al sud nemmeno ci si prova. Come ogni anno si protrae all’infinito la trattativa sul prezzo mettendo gli imprenditori nelle condizioni di fare delle scelte aziendali al buio”. 

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Oltre agli aumenti dovuti all’inflazione – ricorda Confagricoltura – agli imprenditori peseranno da quest’anno i costi del gasolio alle stelle, l’Imu sui terreni e i costi degli agrofarmaci sempre più onerosi. “I produttori di pomodoro – evidenzia Nicastro – sono sempre più scoraggiati ed il rischio è di rinunciare agli investimenti nel settore, soprattutto per la difficoltà ad ottenere credito dalle banche rischiando di interrompere la filiera del pomodoro da industria, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo. Una trattativa seria – continua Nicastro – si doveva iniziare ad ottobre e comunque tenendo conto dei costi di produzione che per il “tondo” sono di 100 euro/ton e per l'”allungato” 120 euro/ton altrimenti il rischio è di lavorare senza rientrare degli investimenti fatti com’è già successo negli ultimi anni.”