Venerdì 24 febbraio 2012 al Teatro Comunale Filodrammatici all ore 21
Venerdì 24 febbraio 2012 al Teatro Comunale Filodrammatici all ore 21 la Compagnia Damasco Corner / Virgilio Sieni presenta “Atlante del bianco#2”. Al termine della rappresentazione il presidente provinciale Unione Ciechi ed Ipovedenti Giovanni Taverna si confronterà con gli artisti sui temi dello spettacolo
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Al termine della rappresentazione Giovanni Taverna (presidente provinciale Unione Ciechi ed Ipovedenti) si confronterà con gli artisti sui temi dello spettacolo
Damasco Corner è una compagnia formata da ragazzi non vedenti nata da un progetto di Virgilio Sieni. La vedremo in scena con lo spettacolo “ATLANTE DEL BIANCO#2” venerdì 24 febbraio 2012 alle ore 21 al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza, secondo appuntamento del cartellone “Teatro Danza” della Stagione di Prosa 2011/2012 “Tre per Te” del Municipale organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione, direzione artistica di Diego Maj, con Fondazione Teatri di Piacenza, Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren. La programmazione di Teatro Danza è realizzata in collaborazione con AterDanza.
“Atlante del Bianco#2” vede in scena Giuseppe Comuniello, un giovane ragazzo non vedente, protagonista di un lavoro che ha trovato una sua forma definitiva al termine di un lungo e articolato percorso iniziato nel 2008 da un’idea di Virgilio Sieni.
Al termine dello spettacolo (che dura circa quarantacinque minuti), il presidente provinciale dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Piacenza si confronterà con Comuniello e Sieni sui temi dello spettacolo.
La performance esplora le dimensioni dello spazio in cui il volume è inteso come forza ineluttabile e il vuoto, complementare e necessario, viene inteso come processo di svuotamento. Il giovane danzatore non vedente trascrive con il corpo un viaggio immaginario verso la conoscenza dei colori.
Damasco Corner è un progetto che coinvolge nuovi danzatori non vedenti nella ricerca artistica sul gesto poetico, la sua trasmissione, visione e creazione in contesti dedicati alla formazione e alla produzione artistica. Nasce dalle esperienze della Compagnia Virgilio Sieni e dell’Accademia sull’arte del gesto presso gli spazi di CANGO_Cantieri Goldonetta di Firenze, luogo ideato e diretto da Virgilio Sieni.
Si rivolge esclusivamente a ragazzi e ragazze non vedenti e ipovedenti, accogliendo la disabilità come punto di partenza per la sperimentazione di linguaggi coreografici inediti e come opportunità unica d’indagine sul gesto, in dialogo con lo spazio, il suono, l’altro.
Il progetto conferma il carattere innovativo e il valore della ricerca artistica condotta dallo stesso Sieni assumendo, nello specifico, l’aspetto di avvenimento pioneristico in Italia: Damasco Corner è infatti il primo progetto artistico che coinvolge ragazzi con deficit sensoriale entro un contesto di alta formazione, qual è CANGO, luogo dedicato al corpo e alla ricerca dei linguaggi artistici del contemporaneo, cantiere aperto a verifiche, a ridefinizioni continue, in accordo agli stimoli provenienti dal mondo delle arti contemporanee e in sintonia con i mutamenti culturali e sociali in corso.
Grazie alla spinta propulsiva di Virgilio Sieni e della sua compagnia, al supporto dall’equipe di insegnanti, educatori, artisti e studiosi dell’Accademia sull’arte del gesto, il progetto Damasco Corner prende forma dalla fine del 2008. Obiettivo primo è avvicinare le persone non vedenti a una pratica artistica che conduce a una presa di consapevolezza profonda del corpo, inteso come soggetto e oggetto di conoscenza. Incontro, ascolto, scambio di esperienze sono le parole chiave di un primo ciclo di sperimentazione che ha coinvolto un nucleo ristretto di persone (un primo gruppo stabile di danzatori non vedenti), esplorando una metodologia di lavoro “flessibile” per cui competenze e peculiarità molto diverse si sono unite, alimentando una ricerca artistica con risvolti educativi espliciti e chiari echi sociali.
Esperienze che il pubblico potrà comprendere meglio anche grazie alla conversazione che il danzatore e il coreografo avranno al termine della rappresentazione con Giovanni Taverna.