Fondazione, niente proroga. Marazzi ritira la delibera

Colpo di scena nella vicenda della proroga del mandato del cda della Fondazione che tante polemiche ha suscitato in questi giorni. Questo pomeriggio si è riunita l’assemblea e il presidente Giacomo Marazzi per evitare probabili spaccature ha ritirato la delibera.

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Rimane quindi fissato per il 2013 il termine del mandato per l’attuale consiglio di amministrazione presieduto da Giacomo Marazzi. E’ stato lo stesso Marazzi a chiedere il ritiro della mozione in quanto non era stata raggiunta l’unanimità.

La scorsa settimana il consiglio di amministrazione dell’ente di via Sant’Eufemia aveva approvato quasi all’unanimità (salvo un voto) l’inserimento della norma transitoria nello statuto che prevede in via eccezionale il prolungamento del mandato fino al 2014, per portare a compimento l’azione di sviluppo all’interno della partecipata Banca Monte Parma.
La proposta venne presentata dal vice presidente vicario Luigi Cavanna e dai consiglieri di amministrazione Giovanni Rebecchi e Giorgio Reggiani.

 

Il commento di Tommaso Foti, coordinatore Pdl

Foti (PdL): una proroga che non andava proposta

“Ho doverosamente evitato d’intervenire sulla proposta di prorogare per un anno la durata degli organi della Fondazione di Piacenza e Vigevano per evitare che qualcuno potesse sollevare il polverone della pressione della politica sul Consiglio Generale deputato a decidere. Ma sia ben chiaro: era una proposta strampallata, priva di logica alcuna ed e’ stata ritirata non per generosa nobilta’ d’animo da parte di chi ha cercato di farla passare in tutti i modi, ma solo perche’ non c’erano i numeri sufficienti per approvarla”, lo sostiene il coordinatore Provinciale del PdL, l’on. Tommaso Foti.

” Sia ben chiaro, qui non c’e’ niente e nulla di polemico o di personale: non posso tuttavia non dire che sostenere che un organo deve essere prorogato perche’ sta per cogliere importanti opportunita’ e’ veramente un fuor d’opera. Vi sono decine di organi – continua l’esponente azzurro – che ogni giorno vanno a scadenza senza avere esaurito la propria missione, ma non per questo chiedono di rimanere ancora in sella, inventandosi affrettate norme transitorie di proroga”.
” Tutto e’ bene quel che finisce bene,  ma – conclude Foti – chi ha tentato di cambiare le regole del gioco, se veramente spinto da quelle asserite e dipinte nobili finalita’, avrebbe dovuto sottoporre la proposta al voto, anziche’ far finta di avere vinto anche quando ha clamorosamente perso, nonostante le pressioni a tutti i livelli esercitate”.