AGGIORNAMENTO – Il portiere del Piacenza Mario Cassano, sentito oggi dal gip Guido Salvini, ha accettato di partecipare ad un confronto con Cristiano Doni e Carlo Gervasoni chiesto dal pm Roberto di Martino. Cassano, secondo quanto riferito dal suo avvocato Francesco Maresca, ha inoltre raccontato che, in una delle partite che gli vengono contestate, quella con il Mantova, era squalificato e, pertanto, non avrebbe certo potuto influire. Il portiere del Piacenza ha, di fatto, smentito totalmente le dichiarazioni dell’ex giocatore piacentino Carlo Gervasoni e dello stesso Doni.
“Calcioscommesse, Cassano interrogato. Contestato dai tifosi del Piacenza”
AGGIORNAMENTO – E’ iniziato alle 16,30 l’interrogatorio del gip Guido Salvini al portiere del Piacenza Mario Cassano, arrestato sabato scorso. Secondo l’accusa, Cassano avrebbe partecipato alla manipolazione di quattro incontri, tre della stagione 2010-2011 (Piacenza-Albinoleffe, Atalanta-Piacenza, Siena-Piacenza) e una della stagione 2008-2009 (Piacenza-Mantova). Ma non solo. Secondo gli inquirenti l’ex portiere avrebbe svolto un ruolo di spicco all’interno della cosiddetta organizzazione degli zingari. Il portiere del Piacenza è difeso dall’avvocato Francesco Maresca. “E’ molto tranquillo”, ha detto il legale, “intende chiarire la sua posizione”. Appena sceso dal cellulare, Cassano è stato contestato da alcuni tifosi del Piacenza arrivati a palazzo di giustizia.
Calcioscommesse: Cassano oggi interrogato a Cremona
Poco meno di dieci giorni fa il portiere Mario Cassano, durante un acceso diverbio con due storici tifosi del Piacenza spiegava: “A me non è ancora stato contestato nulla. Ho fatto due richieste alla Procura. Prima voglio sapere quando sarò sentito perchè voglio dare la mia versione dei fatti e voglio vedere gli atti”.
Il portiere “che ha fame”, come era definito in alcune intercettazioni avrà l’occasione di farlo oggi, nell’ interrogatorio di garanzia davanti al gip di Cremona Guido Salvini, su ordine del quale è stato arrestato nella vicenda del Calcioscommesse con l’infermiere Angelo Iacovielli che “curava” invece i giocatori del Bari accusati di aver venduto anche delle partire della Serie A.
Il portiere del Piacenza è accusato di aver “fornito uno stabile contributo al sodalizio” degli scommettitori illegali, mettendo in contatto nell’aprile del 2011 il calciatore Alessandro Zamperini e Hristian Iliewski, del gruppo degli “zingari”. Poi le partite taroccate: Siena-Piacenza del 19 febbraio 2011; Atalanta Piacenza del il 19 marzo 2011, quella in cui consigliò all’ex capitano nerazzurro Cristiano Doni di tirare un rigore centralmente che tanto non l’avrebbe parato e per la quale pretendeva altri diecimila euro per prendere un quarto gol rispetto ai tre con i quali si concluse la partita; infine Albinoleffe-Piacenza del 20 dicembre del 2010, terminata 3 a 3. E’ in particolare il gestore di punti scommesse Massimo Erodiani, arrestato a giugno dell’anno scorso a inguaiare Cassano ma sono il piacentino Carlo Gervasoni e lo stesso Doni, arrestati a dicembre a confermare, anche se con sfumature diverse, la combine di Atalanta-Piacenza.
Martedi’ sara’ invece Iacovelli a comparire davanti a Salvini. L’infermiere di casa nel Bari è accusato di aver falsato o cercato di falsare quattro partite di Serie A, tutte con protagonisti i “galletti” pugliesi: Milan-Bari, Sampdoria-Bari e Palermo-Bari. A parlare del suo ruolo, in particolare, il calciatore Fabrizio Carobbio, arrestato a dicembre e Andrea Masiello, ex Bari e ora Atalanta. Per il giudice, Cassano e Iacovelli “hanno dimostrato per un apprezzabile periodo di tempo una notevole disponibilità a compiere, a supporto degli “zingari” e dell’organizzazione nel suo complesso, attività finalizzate alla manipolazione di partite di calcio”.
Iacovelli è stato “un intermediario stabile, e, alla luce delle dichiarazioni del Masiello ha ‘combinato’, o cercato di combinare, una lunga serie di competizioni”. Il nome di Cassano, invece, scrive il giudice, “è emerso con riferimento a numerose partite, alcune delle quali devono essere approfondite sentendo le altre persone coinvolte’. Persone che vanno sentite ‘in un clima assolutamente sterile e privo di condizionamenti esterni”. Ed è per questo che per Cassano e Iacovelli l’unica misura possibile era il carcere.