Iren ha detto sì all’intesa quadro con A2A sul riassetto di Edison-Edipower. Lo ha fatto nel corso di un cda che si è svolto questa mattina. L’elemento che avrebbe sbloccato definitivamente la minaccia dell’uscita dall’operazione dell’utility che fa capo ai Comuni di Torino, Genova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, sarebbe stata una riformulazione del `tolling’, ovvero dello scambio tra gas ed energia tra Edipower e i suoi due futuri principali soci: A2A, che deterrà la maggioranza con il 56%, ed Iren, con il 21%. Il passo avanti, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, sarebbe stato in una nuova formulazione per cui il `tolling’ sarà definito come “un contratto di mercato”. Una formula che disinnescherebbe il timore di Torino e dintorni di condizioni troppo onerose per finanziare e strutturare la nascita della `nuova’ Edipower. Il nuovo soggetto, che sarà il secondo operatore nella produzione di energia a più di qualche tacca di distanza dall’Enel, è destinato a diventare nel disegno sostenuto dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera il nucleo aggregatore di una grande utility del Nord, una federazione di (ex) municipalizzate locali che in alleanza creano la massa critica per un’azienda in grado di competere sul mercato non solo nazionale. Per questo, il sofferto “sì”, di Iren ha avuto ed ha tanta rilevanza.
L’altro avanzamento in quelle che la nota diffusa dopo il Cda ha definito “ulteriori e positive trattative” riguarda la governance. Iren ha chiesto ed ottenuto che le maggioranze qualificate per decisioni strategiche su grandi operazioni (come cessioni, acquisizioni, aumenti di capitale) siano previste non solo in assemblea ma anche in consiglio di amministrazione. La formulazione circolata nei giorni scorsi prevedeva nove voti su undici nel futuro Cda Edipower per operazioni tra i 70 ed i 120 milioni, oltre le quali si passa direttamente al voto assembleare.
Oggi pomeriggio è in calendario l’assemblea di Delmi, la società che raccoglie i soci italiani di Edison per deliberare sul riassetto di Foro Buonaparte: , uno scambio tra il 30,6% della società che verrà ceduta ai francesi di Edf e il contestuale acquisto da Edison del 70% di Edipower. Che in questo modo, a meno di altri coup de theatre che hanno caratterizzato questa infinita storia, passerà sotto il controllo di una cordata tutta italiana Milano-Brescia-Torino-Genova- Parma- Piacenza-Reggio Emilia-Bolzano (Sel e Dolomiti, del cui `tolling’ si è già fatta carico A2A, avranno il 7% a testa).
L’intesa tra i soci italiani e francesi di Edison raggiunta lo scorso 26 dicembre prevedeva di chiudere gli accordi entro metà febbraio. Consob permettendo.