Liberalizzazioni, le critiche di avvocati e notai piacentini

E’ stata resa nota la bozza delle liberalizzazioni (In allegato a fondo pagina) che il governo intenderà attuare e già c’è fermento tra i diretti interessati. L’abolizione delle tariffe minime e l’obbligo di preventivo sono due misure che mettono in allarme, per diversi motivi, soprattutto avvocati e notai. Naturalmente si tratta ancora di anticipazioni, visto che il testo ufficiale verrà presentato al Consiglio dei Ministri di domani ma nel frattempo le categorie si sono espresse criticamente su queste misure.
ORDINE DEGLI AVVOCATI – Come per esempio gli avvocati piacentini, per voce del vicepresidente dell’Ordine, Franco Livera: “Eliminare le tariffe e stabilire che possano esserci associazioni professionali con socio di capitale comporta il fatto che possano esserci strutture controllate da forti interessi economici”. Per questo motivo, secondo l’avvocato Livera “se dovessero passare tali norme l’avvocato rischierebbe di “invece di essere un organismo indipendente, anche quando è scomodo, finirebbe per essere espressione e voce di chi lo paga”.
CONSIGLIO NOTARILE – Altri professionisti che sentono in discussione il loro ruolo sono i notai, i quali vivono il momento con preoccupazione, come spiegato dal presidente del Consiglio notarile Manfredo Ferrerio: “Temiamo che far accedere mille e 500 soggetti in un arco di tempo molto breve porti all’allargamento delle maglie della selezione, quindi far diventare pubblici ufficiali, aspetto da non dimenticare, forse anche persone che non hanno preparazione sufficiente”.
Ma, se l’aspetto etico ha la sua valenza, il presidente Ferrerio non ha nascosto che, in questo periodo i timori riguardano anche l’aspetto economico: “In periodo di vacche grasse, come qualche anno fa, anche l’ingresso di altro colleghi non avrebbe portato grosse preoccupazioni ma, forse, favorito l’allargamento di una base di persone per accedere ad avere un guadagno decoroso. Oggi che le contrattazioni hanno avuto una contrazione fortissima e alcuni studi iniziano a licenziare personale, questo produce preoccupazioni di carattere economico”.

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Nelle interviste a fondo pagina sia Livera che Ferrerio spiegano nel dettaglio le loro perplessità sulle liberalizzazioni.