Confagricoltura: senza credito alle imprese non c’è crescita

La risposta del sistema bancario alle necessità delle imprese è troppo lenta. A causa della crisi finanziaria per gli imprenditori è diventato veramente difficoltoso e complesso ottenere un finanziamento. E se non ci sarà un’inversione di tendenza diventerà ben problematico sfuggire alla spirale recessiva che incombe sul nostro Paese. Questo è il commento di Confagricoltura Piacenza all’ennesimo record dei depositi overnight delle banche presso la Bce. Il lunedì appena trascorso ha, infatti, registrato un nuovo massimo storico a quota 493,3 miliardi di euro (è il quarto record bruciato in poco più di una settimana), dopo il precedente picco di 489 miliardi segnato venerdì. “Già da qualche tempo Confagricoltura Piacenza – spiega il presidente, Enrico Chiesa – ha messo in campo il Servizio Crediti e Fidi per agevolare le imprese all’accesso al credito, supportandole nell’individuazione delle linee di finanziamento più convenienti. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti a livello locale da questo servizio della nostra Associazione, anche grazie ai rapporti estremamente buoni e corretti con gli isituti di credito locale, permane un clima di elevata sfiducia sul mercato interbancario, con gli istituti di credito che preferiscono “parcheggiare” fondi nelle casse di Francoforte per un rendimento dello 0,25%, notevolmente inferiore a quello che ricaverebbero prestandosi denaro a vicenda.  Questa dinamica ha ricadute negative sulle effettive possibilità di concessione di prestiti alle aziende, come alcune imprese associate non hanno mancato di segnalarci. In particolare per quanto riguarda l’agricoltura, molte banche chiedono garanzie suppletive che nascono da una dichiarata insufficiente conoscenza del primario. Una recente analisi del Centro Studi di Confagricoltura ha rilevato che in dieci anni, tra il 2001 ed il 2011, gli impieghi in agricoltura sono cresciuti da circa 23 miliardi di euro a più di 43 miliardi. Tutto ciò è stato fatto a tassi di mercato e quindi l’indebitamento bancario rischia di diventare estremamente gravoso. Il rapporto fra sofferenze lorde e impieghi, che prima era diminuito per l’agricoltura, è ritornato a crescere negli ultimi due anni. A luglio 2011 si attestava al 7,64% (7,44% quello generale). Quasi il 60% dell’esposizione bancaria delle imprese agricole è di breve periodo – rileva l’analisi di Confagricoltura – e c’è il rischio che gran parte delle somme debbano essere restituite alla scadenza alle banche, senza la possibilità di essere rinnovate o consolidate con nuovi prestiti.  “Se si vuole che il termine “crescita” non rimanga vuoto di significato – conclude Chiesa – è necessario avere un sistema creditizio che consenta alle imprese di ogni settore di essere competitive”.

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