Olindo Romano, condannato all’ergastolo con la moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba, è stato assolto oggi pomeriggio in Tribunale a Piacenza, dove era imputato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’episodio era avvenuto nel gennaio di due anni fa nel carcere delle Novate, dove Romano era stato trasferito da Como, separato dalla moglie.
L’imputato avrebbe reagito con violenza ad un’ispezione all’interno della sua cella di un agente di polizia penitenziaria, che poi lo avrebbe denunciato. Oggi pomeriggio è stato portato in Tribunale per l’ultima udienza, durante la quale il giudice Elena Stoppini ha accolto la tesi della difesa che sosteneva come Olindo Romano fosse stato vittima di una serie di vessazioni subite dallla magistratura (tra le quali il trasferimento e la conseguente separazione dalla moglie), che avrebbero giustificato la sua reazione. Il pm Giulio Massaro aveva invece chiesto un anno e mezzo di reclusione.
Il giorno dell’accaduto Olindo Romano si trovava in isolamento. Per evitare che la pioggia entrasse all’interno della cella, aveva agganciato al soffitto un sacchetto di plastica, che l’agente penitenziario aveva tentato di rimuovere, scatenando l’ira dell’imputato. Un gesto arbitrario che, considerato lo stato mentale di Romano, separato dalla moglie dopo il trasferimento dal carcere di Como, giustificherebbe l’impulsiva reazione.